Nessun sistema idraulico avrebbe potuto evitare gli allagamenti di fronte ad un evento meteorologico di eccezionale gravità come quello del 26 settembre scorso: e’ questa soltanto la prima delle precisazioni, che i vertici del Consorzio di Bonifica Dese Sile (il presidente Paolo Dalla Vecchia e il direttore Lorenzo Del Rizzo) hanno consegnato agli organi di informazione nel corso di un incontro tenutosi a Tessera presso l’impianto idrovoro di via Orlanda; una scelta logistica tutt’altro che casuale, dal momento che quella affacciata sulla laguna, nelle immediate vicinanze dell’aeroporto Marco Polo, è una delle otto idrovore gestite dall’ente consortile e che lo scorso 26 settembre non hanno mai smesso di funzionare.

«In generale gli avviamenti degli impianti idrovori sono avvenuti tra le ore 4 e le 5 del mattino e hanno interessato progressivamente – ha spiegato Del Rizzo – tutte le pompe disponibili di tutti gli impianti, secondo la portata defluita. Nella Terraferma Veneziana gli impianti idraulici hanno manifestato capacità di sollevamento non compatibili con le ingenti quantità d’acqua dovute all’eccezionale evento meteorologico avvenuto (250 i millimetri di pioggia rilevati alla stazione di Marghera)».

«E’ indispensabile sottolineare – ha aggiunto Dalla Vecchia – che la necessità di adeguamento e potenziamento degli impianti in gestione è stata richiesta dal Consorzio fin dal 1994».

Per quanto riguarda, invece, il comune di Mogliano Veneto, nel trevigiano (dove il fiume Zero non è esondato) le principali criticità rilevate non sono da imputare a straripamenti dalla rete idrografica principale gestita dal Consorzio di Bonifica Dese Sile.

Per far fronte all’evento del 26 settembre 2007, i cui tempi di ritorno sono superiori a 250 anni, servirebbero investimenti così elevati, che difficilmente potrebbero trovare finanziamento. Appaiono, comunque, indispensabili ingenti stanziamenti pubblici per potenziare il sistema della Bonifica nella Terraferma Veneziana con l’adeguamento di collettori, manufatti e impianti idrovori.

Infine, non va confusa la rete di bonifica (rete pubblica) con la rete di raccolta superficiale (rete privata o di enti diversi, quali ANAS, Province, Comuni, Autostrada) o, peggio, con la rete di fognatura; va evidenziato infatti che, per le aree urbane, i gravi problemi idraulici sono stati solo parzialmente imputabili alla rete di bonifica che, pur tuttavia, è arrivata alla soglia di criticità, ma in larga misura sono stati invece dovuti all’incapacità della rete di superficie (non consortile) di scolare l’acqua piovana.

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