Po: Workshop Internazionale a Venezia
Il tutto in prospettiva della normativa vigente, in particolare dell'art. 8 della Direttiva 2000/60/CE "Monitoraggio dello stato delle acque superficiali, dello stato delle acque sotterranee e delle aree protette", che prevede l'elaborazione di programmi la quale presuppone la progettazione di reti di monitoraggio tali da fornire una panoramica coerente e complessiva dello stato di ciascun bacino idrogeografico.
E l'estremo orientale del Po è particolarmente delicato. "Se infatti il territorio del Veneto, ricadente nel bacino idrogeografico del Po, ha una superficie relativamente ridotta, attraverso il Delta del Po scorrono, depositano, si infiltrano, assieme all'acqua ed al sedimento, tutte le "criticità ambientali a monte", per sfociare infine nell'Alto Adriatico: un mare antico e particolarmente fragile, per il quale il fiume Po rappresenta uno dei principali contributi" ha detto Andrea Drago, Direttore Generale Arpav.
"L'attenzione della Regione Veneto per le problematiche legate alle coste è sempre stata elevata: già nel 1986, con la Legge Regionale 34, è stato previsto uno stanziamento per la realizzazione di specifici progetti per la difesa ed il ripascimento delle aree costiere, per la salvaguardia degli insediamenti e turistici da fenomeni di erosione" ha detto Luigi Fortunato della Direzione Difesa del Suolo della Regione Veneto. "Una delle problematiche più complesse" ha aggiunto "è proprio quella dell'approvvigionamento di materiale idoneo per il ripascimento costiero. Sono infatti da valutare molteplici aspetti: dalle caratteristiche fisico-chimiche del materiale, agli aspetti microbiologici, ecologici e paesaggistici, alle interferenze con le attività turistiche e produttive in generale, fino al rispetto di normative e procedure non sempre chiare ed inequivoche".
Tra i vari progetti in corso per mettere in comune le conoscenze, è stato presentato il "Re.Mo.", che prevede il coinvolgimento delle ARPA del bacino del Fiume Po. "Si ritiene infatti che le competenze tecniche e la conoscenza del territorio posseduti dalle ARPA e l'esperienza acquisita in questi anni dall'Autorità di Bacino del fiume Po nell'affrontare i problemi complessi che riguardano la difesa del suolo, la tutela delle risorse idriche e gli usi del suolo e delle acque, rappresentano potenzialità che, se opportunamente integrate tra loro, possono portare al superamento di quelle criticità nel settore del monitoraggio e nella condivisione delle conoscenze che impediscono un adeguato supporto alla pianificazione territoriale ed ambientale" ha detto Fernanda Moroni, dell'Autorità di Bacino del Fiume Po. "Attualmente" ha continuato la Moroni" è formalizzata la sola Fase 1 del Progetto, che prevede non l'acquisizione di dati, ma la ricostruzione del quadro conoscitivo di riferimento"
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