“Acque disperse e feconde”
“L’Italia è un paese dove ci sono molti e variegati problemi, derivanti comunque dall’urbanizzazione selvaggia e dal rischio idraulico” ha detto Andrea Nardini del CIRF – Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale.
Sono quindi state analizzate le varie situazioni internazionali: degli Stati Uniti, della Slovenia, dell’Olanda, ma anche quella asiatica, presentata dal giapponese Ito Kazumasa, il quale ha parlato delle varie criticità, costituite in particolare dalle speciali caratteristiche dei Monsoni, dalle frequenti coltivazioni di riso, che com’è noto sono esercitate in acqua e dalla rapida concentrazione delle popolazioni urbane. “Costruire una rete di conoscenze è utile non solo per scambiare informazioni, ma anche per dialogare con i governi” ha affermato.
Poi è stata la volta dei vari rappresentanti del territorio. Come Lino Tosini, direttore dei Consorzi di Bonifica “Delta Po Adige” e “Padana Polesana” “Da un lato, è aumentata la sicurezza, con notevoli interventi infrastrutturali. Ma dall’altro lato è aumentato il rischio, specialmente nelle zone abitate” ha detto. “Per risolvere il problema, è necessario adeguare la rete idraulica e realizzare opere tali da favorire l’invaso superficiale”.
Ma è anche un problema politico, secondo Damiano Di Simone, rappresentante di Legambiente. “L’attenzione ai temi ambientali è data più dai singoli enti territoriali che non dalle istituzioni di governo” ha affermato.
Tuttavia, ci sono stati anche segnali di ottimismo. “Questa conferenza fa capire che un nuovo approccio è possibile” ha detto Marta Valente, ingegnere della Direzione Generale per la Qualità della Vita del Ministero dell’Ambiente.
“Quando si parla di riqualificazione del territorio, smettiamola di dire che non si può” le ha fatto eco Giuseppe Baldo, direttore dell’Ufficio Tecnico del Consorzio di Bonifica Dese Sile di Venezia, a conclusione dei lavori. “Sono molto soddisfatto di questa conferenza, la quale ha dimostrato che è importante costruire una rete di conoscenze”.