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Progetto Fuoco 2008 verso il 40% di superficie in più

25/10/2007
Avrà il 40% di spazio in più l’esposizione di Progetto Fuoco 2008. L’aumento delle aziende che si stanno iscrivendo alla mostra, rispetto all’edizione del 2006, ha portato gli organizzatori a scegliere padiglioni più capienti, tutti dotati di impianti anti- fumo per consentire il contemporaneo funzionamento di oltre 220 tra stufe, caminetti, caldaie e termocucine. Dal 24 al 27 gennaio 2008 alla Fiera di Verona nell’unica manifestazione del genere presente in Europa e la più importante al mondo, si riunirà il gotha dei produttori internazionali per presentare le ultime novità su cui viene mantenuto ancora il top secret.

Per questo appuntamento Veronafiere attende più dei 65.000 visitatori della scorsa biennale (giunti da 30 paesi) con circa 400 espositori di 18 nazioni.

La mostra metterà in luce anche le novità in fatto di accessori, prodotti e sistemi di corredo alle più moderne e raffinate forme di riscaldamento e di cottura e una nuova sezione espositiva sarà rivolta ai grandi impianti termici in grado di alimentare a legna condomini, comunità e interi paesi.

Gli incontri tecnici e i convegni curati da associazioni, enti, università, che faranno da cornice culturale all’aggiornamento sui prodotti e sulle tecnologie, serviranno anche a sensibilizzare sempre più i consumatori e gli enti locali verso l’impiego di energia pulita e rinnovabile prodotta dalla combustione della legna.

Il legno, energia pulita che fa risparmiare

Risparmio, ecologia e salute sono i capisaldi della mostra internazionale di Verona, impegnata anche sul versante “politico” per convincere il governo della necessità di includere nella Finanziaria 2008 agevolazioni fiscali e contributi anche per chi sceglierà di attrezzarsi con impianti energetici a legna.

“Se il presidente Prodi chiama ad una nuova alleanza con la natura- sottolinea Ado Rebuli presidente di Piemmeti SpA società organizzatrice di Progetto Fuoco – Noi condividiamo appieno e anzi proponiamo questi sistemi che fanno uso di fonti rinnovabili come la legna in abbinamento con tecnologie d’avanguardia, tutte certificate per legge da gennaio 2008”.

“Mentre si riaccende la polemica sul nucleare, pensare di ritornare alla legna da ardere non significa fare un passo indietro, ma riappropriarsi di un patrimonio naturale che si era perduto nel tempo, e delle tecnologie più avanzate in grado di unire al sapore dell’antico la sicurezza, il risparmio e la qualità dell’aria che respiriamo” conclude Rebuli.

Ma l’uso di biomasse legnose in Italia è ancora troppo esiguo, tanto che se ne prevede il raddoppio entro il 2009. Annualmente ne consumiamo a scopo energetico poco più di 20 milioni di tonnellate (solo il 2,5% dell’energia totale impiegata), con un risparmio pari a 7 milioni e mezzo di tonnellate di carbone o a 5 milioni di tonnellate di petrolio. Marino Berton presidente dell’Aiel (associazione no profit che sostiene l’uso energetico delle risorse agro-forestali) spiega che l’attuale impiego del legname nel nostro paese sta facendo il lavoro di cinque centrali termoelettriche di media grandezza. E ricorda i motivi per scegliere questa fonte di energia: è una fonte rinnovabile, un’energia pulita ed economica al servizio dell’ambiente, disponibile e utile alla manutenzione del territorio e in grado di sviluppare nuova occupazione. Inoltre i grandi impianti oggi sono in grado di riscaldare gruppi di edifici e interi paesi.

Biomasse legnose? In Italia le abbiamo e fanno risparmiare

Il consumo di biomasse legnose può oggi fare i conti sia con una superficie boschivo-forestale raddoppiata negli ultimi 50 anni (oggi pari a 10 milioni di ettari) sia con la possibilità di rendere economicamente redditizi per tanti piccoli agricoltori gli sfalci di cespugli, siepi e piccoli arbusti. Senza pensare che le piante morte lasciano cadere a terra i loro residui, provocando marciume e liberando in atmosfera molta anidride carbonica che potrebbe al contrario pareggiare il conto con quella prodotta dalla combustione in moderni bruciatori ad emissione controllata.

E poi basta guardare i prezzi. Se (a parità di energia prodotta) per alimentare un bruciatore tradizionale servono 83 centesimi per litro di gasolio o 52 centesimi per litro di metano, usando il pellet in un moderno bruciatore che dà un rendimento pari all’80% ed emissioni ridotte, si spendono solo 36 centesimi, mentre scegliendo un cippato medio si scende a 19 centesimi.

300.000 caminetti all’anno

Oggi in Italia si producono 300.000 tra caminetti e stufe a pellet: 230.000 i caminetti a legna e 90.000 stufe a legna. Le imprese attive nel settore sono 200 imprese: dieci delle quali hanno una produzione tra i 10 e i 68 milioni di euro.

Maria Giovanna Benacchio

Responsabile Ufficio Stampa

Foto e loghi della Mostra si possono scaricare direttamente dal sito www.progettofuoco.com.

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