Il Veneto e la guerra al PM 10
Che fare allora, per pulire l’aria dei centri urbani e dei piccoli comuni veneti, che ogni giorno, soprattutto durante i mesi invernali, ha un livello di inquinamento che supera di gran lunga la soglia fissata dalla normativa europea per la protezione della salute?
La Regione Veneto in questi giorni, a seguito delle rilevazioni dell’Arpav, ha approvato il “Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera – P.R.T.R.A.”, che si prefigge la riduzione delle fonti inquinanti, e dunque di PM10, in un periodo di tempo di dieci anni.
“Il piano strutturale prevede di intervenire sui tre settori, quello industriale, dei trasporti e del riscaldamento, per attuare soluzioni a basso impatto ambientale in grado di utilizzare energie alternative – ha commentato Giancarlo Conta, assessore regionale all’Ambiente – purtroppo è una sfida che necessita di un periodo di tempo lungo perché le polveri di PM10, a differenza di altri agenti inquinanti, non si esauriscono appena ne si sblocca l’emissione ma rimangono nell’aria”.
Il piano strutturale, che si svilupperà nel dettaglio a seconda dei livelli di inquinamento delle singole aree, prevede per esempio a Venezia, la sostituzione graduale dei mezzi Actv più vecchi, sia in terraferma che in laguna, con altri in grado di utilizzare il biodiesel o gasolio a basso tenore di zolfo, laddove invece sia impossibile sostituire il mezzo, si installeranno dei filtri al motore con la stessa funzione. Nella zona industriale di Padova invece, è in corso di ultimazione un progetto che prevede la produzione di energia elettrica e di acqua calda con sistemi ecocompatibili, così come, per tornare ai trasporti, la Regione intende sostituire i veicoli ferroviari oggi a diesel, o perlomeno, mira a ridurre le tratte percorse dai mezzi diesel. E ancora, il P.R.T.R.A intende incentivare l’installazione dei sistemi fotovoltaici per il riscaldamento della propria casa, l’acquisto di automobili a benzina naturale e di ciclomotori ecologici. Obiettivi da raggiungere con gradualità, grazie ad un fondo di rotazione esclusivo per l’ambiente, che potrà godere di finanziamenti del Ministero dell’Ambiente e di quelli della Comunità Europea.
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