Le Fondazioni e le emergenze abitative
Tema centrale dell’incontro è stata invece la presentazione e l’analisi del rapporto “Le domande silenziose: dimensioni e caratteristiche delle nuove (e poco conosciute) emergenze abitative: studenti, lavoratori e anziani”, realizzato da Scenari Immobiliari e presentato dal Presidente Marco Breglia, dopo la quale sono state presentate una serie di esperienze dirette delle Fondazioni, nel corso di un dibattito coordinato da Marino Folin, Consigliere di Amministrazione della Fondazione di Venezia, con le considerazioni conclusive del Presidente Giuliano Segre.
Nelle scorse edizioni della manifestazione, il dibattito legato alle Fondazioni era stato in prevalenza legato al tema dell’housing sociale, strumento di intervento immediato e di provata efficacia per contrastare e attenuare i fenomeni di marginalità ed emergenza abitativa, prevalentemente dovuta alla mancanza di possibilità e capacità economica adeguata a fronteggiare un mercato locativo sempre più inarrivabile.
In questa sessione si amplia il target dell’analisi, considerando non solo la rigidità dell’offerta abitativa in termini economici, ma anche l’ampiezza limitata che ha assunto il sistema stesso davanti a una domanda molto diversificata e articolata soprattutto attorno alla tipologia del fabbisogno: spazi abitativi spesso differenti dalla “casa” in senso tradizionale per spazi, modalità di fruizione, tempo di utilizzo, localizzazione.
Ci si allontana progressivamente dal modello di abitazione a carattere permanente, in zone residenziali e con prevalenza di “spazi giorno”, per avvicinarsi a tipologie abitative connotate da piccoli spazi, allocati a tempo determinato o stagionale, in zone funzionali/universitarie/dirigenziali e con un maggior numero di servizi rispetto alle abitazioni tradizionali.
Questo tipo di richiesta abitativa si trasforma in “emergenza abitativa” nel momento in cui una serie di fattori di rigidità di fatto impediscono una risposta efficace a questo particolare tipo di domanda. Infatti, al di là dell’assoluta carenza dell’offerta pubblica in merito a questi standard abitativi, anche l’offerta privata presenta evidenti lacune, sia per la bassa percentuale di affitti nelle aree metropolitane sia per la netta prevalenza della “casa tradizionale” nell’offerta locativa attuale.
Inoltre, anche in prospettiva, esiste il forte limite dato dalla eterogeneità della domanda di “non case”, come le definisce il rapporto: infatti le esigenze di anziani, studenti, lavoratori e immigrati (le categorie che necessitano maggiormente di questo tipo di residenzialità) sono molto differenti, sia per tipologie di spazi, che per zone abitative, sia per la richiesta di standard qualitativi degli alloggi.
Come per i progetti di housing sociale, il ruolo delle Fondazioni di origine bancaria in questo ambito può e potrebbe sicuramente essere decisivo per avviare un circolo virtuoso e sinergie positive con gli enti e i soggetti già presenti a livello locale, andando a colmare una necessità abitativa e residenziale sempre più presente in molte fasce della popolazione.
Per ulteriori informazioni:
Ad Hoc Communication Advisors 02/7606741