Artigianato Veneto: una realtà giovane nonostante tutto
Ma chi sono i giovani artigiani?
Operano prevalentemente nei settori delle costruzioni (50%), manifatturiero (22%) e servizi alla persona (10%). Uno su cinque lavora nel veronese. Appassionati del proprio lavoro e dell’autonomia e creatività garantiti dal mettersi in proprio, puntano soprattutto sull’innovazione per assicurare il successo dell’azienda. Questo l’identikit dei giovani ‘capitani’ delle piccole imprese regionali che emerge da una indagine sull’imprenditoria giovanile artigiana presentato all’Assemblea dei Giovani Imprenditori di Confartigianato Veneto organizzata ad Asolo il 1 dicembre.
Contrariamente a quello che si pensa, l’artigianato è una realtà molto giovane: infatti, la maggioranza degli artigiani (oltre il 52%) ha un’età fra i 30 e i 40 anni. A fine settembre quasi l’8% (8.500 persone) dei titolari di imprese artigiane aveva meno di 30 anni. Inoltre, a differenza degli stereotipi, sono sempre meno gli artigiani “figli d’arte”. A determinare la scelta di autonomia verso la creazione di un’impresa artigiana sono sempre più l’ambiente culturale, la voglia di voler diventare “manager di se stessi”, l’esperienza alle dipendenze di un altro artigiano.
La presenza di giovani è diffusa in tutte le province della regione. Il numero maggiore sia in termini assoluti che in percentuale lavora a Verona: sono 14mila300 “baby-titolari che rappresentano il 62,4% del totale, una media ben oltre quella regionale. Al secondo e terzo posto troviamo rispettivamente Padova e Treviso.
“L’impresa artigiana –afferma Sandro Venzo presidente del Gruppo Giovani della Confartigianato del Veneto- è il “luogo” in cui i giovani devono mettere alla prova la disponibilità ad imparare un lavoro e decidere di mettersi in proprio per tradurre in realtà la loro idea imprenditoriale. Basti pensare che, ogni anno, ben 225.000 giovani imparano i “segreti del mestiere” attraverso il rapporto di apprendistato presso un’impresa artigiana. Il 60% degli attuali imprenditori artigiani ha cominciato proprio così: dopo essersi formati presso un’impresa artigiana, hanno dato vita ad un’attività in proprio”.
“Ecco perché –prosegue Venzo- come Gruppo Giovani condividiamo pienamente le preoccupazioni del Presidente regionale di Confartigianato Vendemiano Sartor di fronte ai dati desunti dall’indagine congiunturale della Confartigianato del Veneto, che si basa sull’elaborazione dei libri paga tenuti dalle diverse organizzazioni territoriali per un campione di 11.000 aziende secondo i quali nel primo semestre del 2007, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’apprendistato ha fatto registrare un ulteriore meno 4 per cento, calo che si ripete da ben sette anni!”.
“Il problema è che lo strumento sta diventando talmente costoso da scoraggiarne l’utilizzo. Non è più possibile sostenere che per insegnare un mestiere si debba pagare. E’ necessario un intervento urgente finalizzato a riconsiderare la posizione assunta dal Ministero e a riaffermare la centralità del ruolo della contrattazione collettiva nella disciplina dell’apprendistato”.
“L’apprendistato –conclude Venzo- è uno strumento essenziale per aiutare i giovani a superare l’anacronistica impostazione lineare che vedeva, in sequenza, lo studio prima e il lavoro dopo: oggi è urgente prendere atto che le sedi della formazione, anche imprenditoriale, si sono moltiplicate e che il sapere è sempre più sistemico e sempre meno analitico”.
TRA FEDERALISMO FISCALE E NUOVI STILI DI VITA
L’Happening 2007 dei giovani di Confartigianato del Vento
Sabato 1 dicembre, La Fornace dio Asolo
I dati che emergono dal recente Osservatorio sull’imprenditoria giovanile in Italia, promosso da Confartigianato, la cui seconda edizione è stata presentata nell’ottobre scorso, sono quanto mai significativi.
La maggior parte degli intervistati, infatti, ritiene che il federalismo fiscale, sia uno dei attori irrinunciabili per porre un limite o quanto meno finalizzare positivamente il peso elle tasse,che gli imprenditori giudicano eccessivo e ingombrante.
I giovani artigiani, insomma, sono convinti che la possibilità di dare alle Regioni e agli enti locali (Province e Comuni) l’opportunità di imporre tasse per finanziare le proprie spese (limitando la contribuzione centrale) rappresenterebbe un elemento per rendere più plausibile e meno traumatico il pagamento delle imposte.
La piena realizzazione del federalismo, sempre secondo i soggetti che hanno risposto alle domande poste nell’ambito dell’Osservatorio, contribuirebbe da una parte a risolvere lo stato dei conti pubblici, dall’altro a stimolare la crescita economica.
Un sistema di tipo federale poi aiuterebbe non solo una più efficiente distribuzione delle risorse pubbliche, ma anche una maggiore responsabilizzazione degli stessi amministratori.
Nonostante la “complessità” del tema, quindi, il federalismo fiscale è un argomento al quelli giovani guardano con attenzione e interesse.
Su questo “nodo” della politica nazionale e locale si interrogheranno i giovani imprenditori di Confartigianato, durante il tradizionale Happening, in programma sabato 1 dicembre (ore 9,30), a “la Fornace” di Asolo.
“Verso il federalismo fiscale”, questo il titolo del confronto al quale parteciperanno l’assessore regionale Maria Luisa Coppola, Fedrico Tessari, presidente veneto di Unioncamere, Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato del Veneto, e Sandro Venzo, presidente dei Giovani imprenditori di Confartigianato regionale. A coordinare i lavori Renato Mason, segretario di Confartigianato Veneto.
Al pomeriggio, invece, i giovani partecipanti all’Happening rivolgeranno la loro attenzione ad un tema più strettamente legato alla loro attività imprenditoriale. “Design e nuovi stili di vita”, questo infatti l’oggetto di una riflessione a più voci, con il contributo di Massimo Bucchi, docente dell’Università di Trento, e la presentazione di alcuni “casi” aziendali, guidata da Cristiano Seganfreddo.
La scelta di tale tema nasce dalla convinzione che il design rappresenti un elemento importante sul versante della competitività e che la creatività possa essere uno strumento di rilancio economico. Il tutto in una valutazione che vada oltre gli stereotipi e i luoghi comuni.
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