Umbria: regione di grande pregio ma a rischio idrogeologico
28/11/2007
“In una regione come l’Umbria, che fa dell’attrattività turistica, una primaria fonte di reddito per la propria economia, la tutela idrogeologica del territorio non può che essere una priorità ineludibile”: ad affermarlo è Massimo Gargano, Presidente A.N.B.I., intervenendo nell’ambito della campagna di informazione sui rischi connessi alle insufficienti risorse stanziate per la Difesa del Suolo nel nostro Paese. “L’esempio dell’Umbria è lampante – prosegue Gargano - secondo il Ministero dell’Ambiente, il 100% dei comuni umbri ricade in aree classificate ad alto rischio idrogeologico, interessanti il 10,7% della superficie territoriale. Lo stesso Ministero indicò, nel 2003, in 1 miliardo e 100 milioni di euro, le necessità finanziarie per mettere in sicurezza il territorio. Ebbene, a fronte di ciò, nel periodo 1998-2003, sono stati destinati al territorio umbro solo parte dei 93,35 milioni di euro stanziati per il bacino del fiume Tevere; in compenso, dal 1999 al 2005, sono stati spesi 37,53 milioni di euro per riparare i danni da sinistri di origine naturale (soprattutto frane ed alluvioni). In Umbria, dal 1990 al 2003, la Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.) è calata del 19,8%; ipotizzando analoga riduzione anche nei prossimi 13 anni, la S.A.U. umbra raggiungerebbe 254.279 ettari, con una perdita, rispetto al 1990, pari a 141.906 ettari (cioè il 16,7% dell’intera superficie regionale), un’area superiore all’intero comprensorio del Consorzio Bonificazione Umbra. I territori, abbandonati o cementificati, comportano l’adeguamento del sistema idraulico, obbligando i Consorzi di bonifica a crescenti responsabilità. E’, quindi, fondamentale assumere la consapevolezza che la sicurezza del territorio e dei suoi residenti è condizione indispensabile per qualsiasi ipotesi di sviluppo, superando la persistente logica dell’emergenza in favore di una politica della prevenzione dal rischio.”
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