Natale: 9 italiani su 10 a casa con menu tradizione
08/12/2007
"Oltre nove italiani su dieci trascorreranno la vigilia e il pranzo di Natale in casa, con parenti e/o amici con in tavola un menu’ della tradizione." E' quanto stima la Coldiretti in riferimento alle analisi di Federconsumatori che prevede un aumento del 5 per cento nel costo del cenone. Secondo la Coldiretti è possibile ridurre di un terzo il costo della spesa per preparare il cenone di Natale facendo acquisti direttamente nella quasi 50mila imprese agricole nazionali che vendono frutta, formaggi, vino, olio e salumi e altre specialità alimentari. Per rispettare la tradizione senza cadere nelle trappole del mercato il modo migliore secondo la Coldiretti è di acquistare prodotti tipici direttamente nelle aziende agricole nelle zone di produzione dove peraltro spesso durante il periodo natalizio sono previste iniziative con mercatini per far conoscere direttamente le caratteristiche e i metodi di produzione ed è anche possibile fare a prezzi più convenienti. Sulla base dell'ultima indagine Coldiretti - Agri 2000 sette italiani su dieci hanno comperato cibo o bevande direttamente dagli agricoltori per la qualità e freschezza dei prodotti offerti, per sostenere l'economia locale ed anche per convenienza con risparmi attesi fino al 30 per cento. Formaggi e salumi locali, miele, conserve, vini, olio d'oliva extravergine novello di qualità e frutta e ortaggi di stagione sono - continua la Coldiretti - i prodotti più richiesti come strenne natalizie originali e saporite a prezzi contenuti, da mettere sotto l'albero o da consumare in famiglia o con amici durante i cenoni. Delle 48.650 imprese agricole nazionali che svolgono attività di vendita diretta dei propri prodotti quasi una su quattro (23,8 per cento) - riferisce la Coldiretti - partecipa a mercati e fiere locali sopratutto in occasione delle festività come il Natale. Sono 21mila le cantine aperte dove i turisti possono acquistare vino che, con il 41 per cento delle aziende totali, è il prodotto maggiormente commercializzato direttamente, seguito dall'ortofrutta con il 23,5 per cento, dall'olio di oliva con il 16 per cento, dalla carne e dai salumi con l'8 per cento, dai formaggi comprati in malghe e caseifici con il 5 per cento, mentre più ridotto - conclude la Coldiretti - è il numero di imprese che offrono miele (1 per cento).