A Palazzo Ferro-Fini (Ve) mostra bonifica Agro Pontino
Intitolata “Il Veneto e l'Agro Pontino, un incontro che continua", l’esposizione racconta la fatica degli inizi, la grande povertà delle prime abitazioni di paglia, il duro lavoro dei pionieri della bonifica, gli oltre 25 mila contadini che lasciarono le campagne venete per essere reclutati come coloni e mezzadri dall’Opera nazionale Combattenti con il compito di risanare dalla malaria e coltivare le pianure paludose del Basso Lazio. La loro opera, condotta tra mille difficoltà, contribuì in modo determinate a debellare la malaria, e, quindi, a costruire le nuove città di Latina, Sabaudia, Pontinia, Aprilia, Pomezia, oltre che realizzare migliaia di chilometri di canali, scoline e strade.
“E’ una storia di grande fatica e povertà – ha rilevato il presidente Finozzi – ma è anche la storia dell’affermazione della forza del popolo Veneto che, dovunque si insedi, riesce, con la sua tenacia e il suo lavoro, a trasformare i territori e a creare sviluppo, nuova occupazione e benessere pur conservando stretti legami affettivi e identitari con la regione d’origine".
E su questi legami si è soffermato anche il presidente dell’associazione Veneti nel Lazio Alberto Panzarini che ha rilevato che per i veneti che bonificarono il basso Lazio contribuendo in modo essenziale a sottrarlo ad un destino di sottosviluppo e per i loro discendenti “la consapevolezza delle proprie radici venete è un valore aggiunto di straordinaria importanza”.