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Banca di Verona: la solidarietà meglio che il guadagno

06/12/2007
Quando si pensa a un istituto bancario l’opinione comune è che si tratti di una realtà alla ricerca dell’utile a tutti i costi. Ma nel circuito delle Bcc non va sempre così ed esiste perfino la disponibilità a fare scelte che apparentemente non pagano. Come nel caso della Banca di Verona Credito Cooperativo Cadidavid, che ha lanciato da pochi giorni un’iniziativa del tutto particolare: “Mutuo AD8”, un prestito a costo zero per le famiglie che intraprendono il difficile percorso di un’adozione internazionale. È un’operazione di buon cuore, certo. Ma è anche un intelligente strumento per promuovere l’immagine della banca. L’artefice di questa idea è Fabio Bertoldo, responsabile dello sviluppo alle relazioni commerciali.

Per prima cosa, come si caratterizza questo mutuo?

“Sostanzialmente concediamo alle coppie che avviano l’iter di adozione un prestito a costo zero per un finanziamento erogabile in sette giorni. Nessuna spesa e nessuna garanzia richiesta. L’importo del mutuo è di 10mila euro, elevabile fino a un massimo di 15mila per l’adozione contestuale di più minori o per adozioni in paesi extraeuropei. Il tasso indicizzato è pari all’Euribor a 3 mesi e non è applicato nessuno spread. La durata del mutuo è fino a 5 anni”.

Come è nata l’idea di questa iniziativa?

“Era una possibilità che, in generale, le Bcc avevano già valutato ma che era sempre rimasta su carta. Invece un giorno una signora di Verona ha telefonato da noi chiedendoci perché dovesse essere costretta ad andare fino a Trento per avere accesso a questo tipo di prestito. Io mi sono interessato alla questione, ho approfondito la mia conoscenza sull’adozione internazionale e ho proposto al consiglio di amministrazione di attivare il mutuo”.

Cosa si deve fare per accedervi?

“Abbiamo deciso di non richiedere alcuna garanzia alla coppia, che arriva già da un percorso lungo e difficile. Si tratta di un’iniziativa sociale, in fondo, non di un prodotto finanziario. Pertanto bastano una copia del decreto d’idoneità all’adozione internazionale emesso dal Tribunale dei minori di Venezia e copia del mandato conferito a uno o più enti autorizzati a svolgere la pratica di adozione internazionale ai sensi della legge 476/1998. E’ richiesta inoltre l’apertura di un conto corrente senza spese e senza obbligo di canalizzare lo stipendio”.

La solidarietà in questo caso si sposa a una strategia di marketing.

“Più che di marketing, la definirei un’operazione di immagine e sono contento che il consiglio di amministrazione ne abbia capito l’importanza. Il segnale che vogliamo lanciare è che non necessariamente si deve perseguire l’utile a ogni costo. Certo è che se una coppia viene da noi per questo mutuo e si trova bene, poi potrà in futuro decidere di aprire qui il proprio conto, oppure consigliare il nostro nome e i nostri servizi ad amici e parenti innescando un passaparola. Tuttavia questo è un discorso secondario, buono per noi ma non il motivo per cui abbiamo voluto questa iniziativa”.

Le spese che una coppia in procinto di adottare un bimbo straniero deve accollarsi sono diverse: circa 4.500 euro nel conferire l’incarico a un’agenzia specializzata. Cifra, questa, che viene investita nelle spese legali che comprendono il traduttore, gli incontri con lo psicologo, le relazioni post adozione (che possono proseguire dai 3 ai 5 anni dall’arrivo del bimbo in Italia). Poi c’è la permanenza nel Paese straniero: alcuni Stati richiedono due viaggi, altri soltanto uno ma di più di un mese, altri ancora un viaggio breve di una quindicina di giorni. Una volta all’estero ci sono altre spese legali da sostenere e ogni Stato ha un tariffario: il Nepal per esempio chiede 7.500 dollari, 5.000 l’India.

Giorgia Gay

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