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Fermo dell’autotrasporto, adesione massiccia

10/12/2007
Chiunque si sia messo in strada stamani ne ha avuto prova, il fermo sta registrando una adesione senza precedenti. Il tutto ha avuto inizio proprio qui in Veneto alle prime ore del mattino con un TIR lumaca, costituitosi spontaneamente in tangenziale a Mestre, che ha mandato in tilt la viabilità. Si sono poi costituiti nei punti nevralgici del traffico in tutte le province venete “presidi di informazione/osservazione” gestiti dalle organizzazioni venete che hanno indetto il fermo CONFARTIGIANATO TRASPORTI - CNA FITA – FAI. Stesso scenario lo si ritrova anche in tutta Italia.

“Eravamo certi di interpretare il disagio della categoria –dichiara Danilo Vendrame Presidente di Confartigianato Trasporti del Veneto-. Ci aspettavamo infatti una partecipazione massiccia ma siamo rimasti sorpresi anche noi organizzatori da una adesione così grande. Sono migliaia i mezzi rimasti nei piazzali delle ditte e altrettanti sono fermi nei punti nevralgici del carico scarico e della viabilità regionale: fermo il Porto di Venezia, fermi gli interporti di Padova e Verona, non si carica nelle fabbriche e nelle raffinerie di Porto Marghera. Nelle principali Statali della regione non circolano mezzi pesanti (Pontebbana, Romea etc). A Ponte della Priula i pochi camion in circolazione vengono invitati a parcheggiare in un area adiacente alla Pontebbana sul greto del Piave. Le principali arterie autostradali sono percorse quasi esclusivamente da automobili”.

“Una secca risposta a chi credeva non fossimo rappresentativi –prosegue Vendrame-. La realtà è che il trasporto su gomme nel nostro Paese è in mano ai “padroncini” e sono le loro esigenze che vanno ascoltate e con loro si devono fare gli accordi. Basti pensare che ieri (domenica 9 dicembre) alle nostre assemblee indette per l’organizzazione del fermo si sono presentati in oltre 800 imprenditori all’Holiday Inn di Padova, e in 250 a Vicenza”.

“Parteciperemo al tardivo vertice che ha indetto il Ministro Bianchi per domani a Roma –anticipa Vendrame-. Ma non siamo disposti a revocare il fermo di fronte a banali e fumose promesse. Lo dobbiamo alle centinaia di migliaia di colleghi che sono fermi da stanotte in tutta Italia e che si aspettano un minimo di risposte. Tratteremo solo a fronte di precisi decreti miisteriali”.

“Il trasporto conto terzi non è più in grado di andare avanti in questo modo –conclude Vendrame-: una riforma del settore rimasta sulla carta; la mancanza di controlli veri soprattutto alla committenza che deve essere corresponsabile ai fini delle norme sul codice della strada (come ad esempio il rispetto degli orari di guida e riposo); i costi di esercizio divenuti insopportabili anche per l’assenza di agevolazioni come il gasolio professionale già riconosciuto agli agricoltori ed ai pescatori, sono alcuni dei problemi veri che stanno mettendo sul lastrico migliaia di artigiani e piccole imprese. Vanno affrontati al più presto e risolti. La sopportazione è al limite e la massiccia adesione al fermo che sta fermando l’Italia ne è la prova più chiara”.

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