Manoscritti delle Sonate di Domenico Scarlatti
Domenico Scarlatti (Napoli, 26 ottobre 1685 – Madrid, 23 luglio 1757). Nato nello stesso anno di Bach e di Händel, rivelò precocemente le sue doti virtuosistiche. A soli 15 anni venne nominato organista e compositore della Cappella Reale di Napoli. Al seguito del padre, Alessandro, maestro dell'opera barocca italiana, fu a Firenze, Roma, Palermo e Venezia dove venne in contatto con Georg Friedrich Händel, Antonio Vivaldi e Francesco Gasparini, affermato maestro dell’ospedale della Pietà. Entrò al servizio di Giovanni V del Portogallo divenendo maestro dell’infanta del Portogallo Maria Barbara di Braganza, che seguì poi a Madrid dove si stabilì definitivamente. Morì l’anno che precedette la nascita di Wolfgang Amadeus Mozart, lasciando una cospicua produzione di musica sacra e operistica e un immenso corpus di musiche per clavicembalo, pubblicate in parte a Londra nel 1738 in una raccolta dal titolo Essercizi per gravicembalo che ne contiene 30 delle 555 giunte ai giorni nostri. In questi brevi brani, costituiti generalmente di un solo movimento bipartito, Scarlatti si dimostra pioniere di tecniche tastieristiche nuove per i suoi tempi, come arpeggi, note ribattute in agilità, incroci delle mani, ottave spezzate e percosse, doppie note: tutte difficoltà tecniche da padroneggiare progressivamente, a mano a mano che il compositore svela le potenzialità timbriche, melodiche e ritmiche della sua scrittura ricca e articolata. Dal punto di vista dello stile, le sue sonate sono caratterizzate da una grande inventiva armonica, che impiega un vocabolario accordale spesso sorprendente. La sua opera cembalistica costituisce la maggiore eredità del musicista napoletano, e ciò è dimostrato anche dal peso ad essa attribuito dalla tradizione didattica non solo cembalistica, ma anche pianistica.
I manoscritti. La serie di 15 manoscritti It. IV, 199-213 (= 9770-9784) che tramandano 496 sonate per cembalo di Domenico Scarlatti fu acquistata dalla Marciana nel 1835, dalla nobile famiglia Contarini di San Beneto (Benedetto). La legatura dei codici è in marocchino rosso con impresse in oro le armi di Spagna e Portogallo, il testo in spagnolo è in bellissima scrittura; gli inchiostri usati sono di colore nero, rosso, azzurro. Dei codici non si conosce la storia immediatamente precedente la loro acquisizione; Kirkpatrick e Pagano concordano nell’ipotizzare che gli stemmi combinati di Spagna e Portogallo bulinati in oro sulle legature in pelle, come pure sulla copia degli Essercizi per gravicembalo indichino che tutti questi volumi appartennero alla regina Maria Barbara, figlia del re del Portogallo e che siano stati portati in Italia dal famoso sopranista Carlo Broschi, detto Farinelli, al quale la regina lasciò tutta la musica che le apparteneva. Tesi quest'ultima respinta da alcuni studiosi secondo i quali, la presenza delle armi di Spagna e Portogallo impresse sulla pelle delle legature contrasterebbe con quanto si legge nel testamento del cantante che ricorda come i libri ricevuti in dono dalla regina di Spagna avessero «le coperte ricamate in oro, in argento, con sete di varii colori». Per di più, nel testamento di Maria Barbara non si fa riferimento ai libri contenenti le sonate di Scarlatti, e l’inventario in spagnolo dei beni che la regina lasciò a Farinelli, menzionato nel testamento del cantante, è oggi sfortunatamente scomparso. I volumi del corpus sonatistico, evidenziano il coerente sviluppo stilistico scarlattiano che, tendendo a una ricerca di nuovi suoni, timbri, registri strumentali, spazia arditamente su tutta la tastiera, inventa inusuali incroci di mano, sfrutta a fondo la tecnica dei salti, all'interno di un discorso caratterizzato da un vivissimo senso ritmico e da una sbalorditiva ricchezza di invenzione.
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