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La leggenda della Stella Cometa di Natale

13/12/2007
Spesso in queste notti la volta stellata è così tersa e nera che la Via Lattea ci appare, bellissima, in tutto il suo splendore. L’osservazione del cielo notturno è tipica delle persone romantiche, a parte gli astronomi che lo fanno per mestiere, ma se l’atteggiamento si verifica in questi giorni che precedono il Natale c’è anche la voglia di indagare su alcuni misteri che hanno accompagnato la nascita di Gesù. La premessa è naturale se vogliamo parlare della Stella di Natale, che solitamente è raffigurata come una stella cometa che transita sopra Betlemme. Altra storia è se sia più utile rappresentare il Natale il nostro caro, vecchio Presepe o l’alberello di Abete rosso, tipico della tradizione nordica. Ricordiamo che l’albero di Natale fu ideato nel 1535 per metterci sotto i regali da un falegname tedesco delle Foresta Nera tale Hans Friedmann. Ma torniamo alla Stella di Natale raffigurata nel cielo della Natività. Qualcuno ha messo in dubbio la presenza della cometa sopra Betlemme. Le comete in passato erano considerate portatrici di eventi importanti anche se non sempre piacevoli. Anche ora quando la vediamo crea in molti di noi un senso di stupore misto a una vaga apprensione. Dunque cosa fu visto quella notte sopra la capanna dove nacque Gesù ? Perché prima del 1300 si parlava solo di Stella di Betlemme e non di Cometa ? Proviamo a rispondere a queste domande. Una cosa è certa, fu Giotto a dipingere per primo nel 1303 la cometa nell’affresco della Natività nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Gli studiosi dicono che il pittore aveva visto pochi anni prima la cometa di Halley e grande fu la sua emozione che la volle dipingere nell’affresco degli Scrovegni. E da allora, dopo 13 secoli, la stella sopra Betlemme diventò una cometa, appunto la stella cometa di Natale. Ma tornando alla cometa di Halley, citata dai cinesi e che anche noi abbiamo visto nel 1987, qualcuno obietta che quella cometa non poteva essere quella di Betlemme perché la nascita di Gesù è collocata tra l’8 a.C. e il 4 d.C., mentre la cometa fu vista nel 12 a.C. Dunque non poteva essere una stella cometa. Insomma cos’era l’astro luminoso che i Re Magi seguirono per arrivare a Betlemme ? Perché allora non indagare sull’ipotesi fatta da Keplero nel 1604 ? In quell’anno l’astronomo osservò una spettacolare congiunzione tra Giove e Saturno e data l’eccezionalità dell’evento pensò che un avvenimento del genere poteva essere stato visto anche dai Re Magi, che dalla lontana Persia, si erano mossi per andare in Galilea. Egli fece dei calcoli e ne dedusse che un tale evento poteva essere avvenuto nella costellazione dei Pesci nel Giugno del 7 a.C. Ma le ipotesi non sono finite. Nel Vangelo di Matteo, scritto nel 50 d.C. si legge che i Magi chiesero alla gente “dov’è nato il Re dei Giudei? “Noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo”. Dunque i Magi venivano dall’Oriente. Dai doni preziosi che portavano – oro, incenso e mirra – dovevano essere dei re o dei sommi sacerdoti. In alcune raffigurazioni del VI secolo d.C. essi vestono abiti di foggia persiana e non araba. E se venivano dalla Persia avevano percorso almeno una distanza di circa 1000 km. E se i Magi avevano viaggiato sui cammelli il viaggio non sarebbe durato meno di un mese. Leggendo il Vangelo di Matteo scopriamo che la parola “astron” è citata come l’oggetto che si vedeva sopra la capanna di Gesu’. E siccome allora le comete erano considerate dei fenomeni meteorologici e non del cielo stellato, era una stella e non una cometa. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che ad annunciare Gesù sia stata l’esplosione di una “supernova”. Ipotesi poco plausibile perché pur essendo un evento celeste eccezionale dura solo pochi giorni ed è un punto luminoso fisso nel cielo e dunque non poteva essere seguito dai i Re Magi. E allora cosa ci rimane ? Forse l’ipotesi più plausibile è una tripla congiunzione planetaria. Esiste un documento dei babilonesi, l’almanacco Sippar, scritto circa 2000 anni fa, che parla della congiunzione di tre pianeti avvenuta nel 7 a.C. I pianeti citati dai babilonesi sono Giove, Saturno e Marte. In questo caso il discorso sarebbe diverso. Proviamo ad immaginare un simile evento: tre pianeti che si incontrano e moltiplicano per mille il loro splendore. Nulla potrebbe rappresentare meglio l’evento straordinario della nascita di Gesù.

Gianni Genghini divulgatore scientifico

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