Banca del Veneziano e il “marketing del passaparola”
“La nostra banca ha come prima caratteristica quella del localismo, per il fatto di avere la propria sede e le agenzie di riferimento in un ambito territoriale ben ristretto”. Così Amedeo Piva, presidente della Banca del Veneziano, definisce l’attività dell’istituto, che ha la propria sede centrale a Mira. “Al pari delle altre banche di credito cooperativo, noi siamo nati con un forte attaccamento al territorio, tanto che i nostri soci devono avere necessariamente la propria residenza nell’area su cui insiste l’istituto. Questa connotazione localista ci consente di interpretare meglio di altre banche i bisogni della comunità: non a caso l’esperienza del credito cooperativo nacque alla fine del 1800 all’ombra dei campanili, ispirandosi ai principi della mutualità e della solidarietà”.
In questi ultimi anni le banche di credito cooperativo stanno avendo grande successo. Come se lo spiega?
“Queste realtà sono nate in un momento in cui la gente viveva in grande miseria e difficoltà, tra disagio, disoccupazione e usura. La loro presenza ha contribuito senz’altro a risollevare le sorti del territorio e anche oggi che non c’è penuria di banche la gente sente sempre di più il bisogno di un istituto che le sia vicino”.
Banca del Veneziano opera sul territorio proponendo molte iniziative, dai premi agli studenti delle scuole fino alla promozione dello sport, dalla cultura all’ambiente. Come decidete quali attività avviare e su cosa investire?
“Valutiamo le esigenze della comunità, che ci vengono segnalate e interpretate dai nostri soci. Puntiamo molto sulle attività a carattere benefico e su quelle relative al mondo della scuola e dei giovani. Crediamo fortemente nella necessità di trasmettere una maggiore conoscenza dei problemi emergenti, come quelli dell’energia e dell’ambiente: in questa direzione vanno, ad esempio, l’agenda e il calendario 2008 dedicati proprio alle tematiche ambientali. Cerchiamo inoltre di tenere fede al nostro statuto nella parte in cui ci impegna a far crescere il territorio sotto tutti i punti di vista. Lo scopo pertanto è quello di aumentare la coesione sociale”.
Per la promozione della vostra realtà quali strumenti privilegiate?
“Sicuramente un mezzo importante è il sito internet (www.bancadelveneziano.it), oltre ai canali della pubblicità tradizionale. Ma soprattutto noi puntiamo sull’effetto del passaparola, che ci consente di far capire a un gran numero di persone come opera la nostra banca. Ci sono poi altri strumenti di divulgazione come il calendario di quest’anno, che coglie anche la sfida di contribuire con la giusta informazione a far vivere meglio la nostra comunità”.
Siete attivi anche sul fronte delle sponsorizzazioni?
“Da tempo premiamo e sosteniamo atleti che si sono particolarmente distinti nelle proprie discipline, come Simone Cercato nel nuoto, e abbiamo sostenuto anche alcuni atleti disabili. Ma lavoriamo allo stesso tempo con molte squadre di calcio e basket locali cercando di aiutare soprattutto i club che si impegnano a diffondere la cultura dello sport tra i giovani. La nostra attenzione verso il territorio, infatti, non può che avere come punto di riferimento il mondo giovanile, che rappresenta il nostro futuro. Per questo avviamo attività negli istituti scolastici e promuoviamo iniziative culturali che nascono nella scuola, come il percorso di acculturazione musicale alle medie di Bojon. Il progetto giovani, che noi sentiamo forte, lo vorremmo portare avanti anche a livello regionale e nazionale”.
Visto che si punta tutto sul territorio, quali strategie avete in mente per la città di Venezia?
“Si tratta di una città magica, importante, che non ha mai avuto una banca di credito cooperativo in questi anni. Tuttavia, la cultura veneziana è stata un’anticipatrice delle Bcc con esperienze come le fraglie, le scole, dove venivano sviluppate iniziative benefiche a sostegno dei bisognosi. Venezia è un punto importante di approdo per far conoscere le banche locali, ora che altri istituti più grandi hanno perso i centri decisionali vicini alla città.
Per primi a Venezia siamo arrivati noi, ma ora è presente la Bcc di Marcon e presto anche la Santo Stefano di Martellago: queste banche sono in grado di rispondere ai bisogni della comunità e di erogare servizi di altissimo valore, perché hanno alle spalle istituti di credito di secondo livello, come la Cassa centrale banca del Nordest e l’Istituto centrale delle casse rurali di Roma. Per quanto riguarda noi, inoltre, abbiamo stretto una collaborazione con la DZ, colosso delle casse rurali della Germania. Questo consente di avere i migliori prodotti da offrire alla nostra clientela”.
Giorgia Gay
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