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Boccioni prefuturista. Gli anni di Padova

08/01/2008
La mostra “Boccioni prefuturista.Gli anni di Padova” che ricostruisce il segmento meno noto e più lungo della biografia dell’artista, si arricchisce di un nuovo quadro: il ritratto della sorella Amelia che Boccioni dipinse durante il più lungo soggiorno (oltre sei mesi) nella città del Santo a casa della madre. In quello stesso 1904 eseguì pure il Chiostro di San Francesco e il Ritratto di Adriana Bisi Fabbri, la cugina con la quale condivise un’intensa amicizia, oltre a numerosi disegni e tempere, materiali tutti presenti in mostra e ampiamente documentati.

Spesso, anche per i lavori di studio e commerciali, prese a modello la sorella Amelia: figura delicata, romantica, dedita completamente alla madre e al fratello e al suo lavoro di cucitrice-ricamatrice. Boccioni era molto legato alla sorella maggiore cui scriveva spesso quando erano lontani, e che menziona nel Diario come la persona da lui più amata insieme alla madre Cecilia. In questo quadro Amelia è rappresentata con l’immediatezza di un’istantanea, come colta di sorpresa dall’obiettivo.

La mostra di Padova ricostruisce anche la vita e la personalità di Cecilia e Amelia che, assieme a Ines e a Adriana, pongono i soggiorni padovani all’insegna del femminile.

Il Ritratto della sorella Amelia, pur noto sin dagli anni cinquanta, non è mai stato esposto e di esso non esistono riproduzioni a colori. Sarà dunque questa rigorosa e fortunata mostra padovana a ridargli nuova luce e a dimostrare, una volta in più, come Boccioni sperimentasse di continuo e cercasse un suo personale linguaggio tra la deriva del naturalismo che sfaldava le tonalità in pennellate di colore vivo e il post-impressionismo non ancora visto di persona ma attraverso riproduzioni.

La presenza in mostra anche del primo quadro che Casorati espose in Biennale Ritratto di signora (La sorella Elvira) consentirà uno straordinario confronto tra due stili e due caratteri d’artista profondamente diversi da ogni punto di vista. Boccioni e Casorati si trovavano all’epoca entrambi a Padova e stavano attraversando una fase cruciale di formazione e di ricerca.

Nell’ultima settimana di apertura della mostra avrà luogo una serata speciale martedì 22 gennaio: dalle ore 18 alle ore 22 con ingresso libero. Alle 18,30 l’assessore Balbinot e la curatrice della mostra Virginia Baradel incontreranno il pubblico per condividere riflessioni sulla mostra che si è rivelata per la città un vero evento, un punto di non ritorno per la sua storia del novecento. In particolare la Baradel metterà a confronto le due “sorelle”, intese come metafore della pittura, approfondendo gli stili e le diverse genialità dei due artisti.

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