Balkani - Antiche civiltà fra Danubio e Adriatico
”Grazie a questa mostra, per la prima volta molti hanno scoperto l’esistenza ad Adria di un Museo Archeologico di grande qualità, ben allestito, completamente rinnovato persino nelle strutture, innovativo anche nel modo di presentare e raccontare le proprie meravigliose collezioni. Per molti è stata un’emozione ammirare la maschera funebre in oro proveniente da Belgrado ma non lo è stato meno lo scoprire l’esistenza di quell’unicum a livello mondiale che è la Tomba della Biga”, commenta il Presidente della Fondazione Antonio Finotti.
Un dato che fa riflettere è quello della provenienza dei visitatori: più della metà sono venuti ad Adria da aree “oltre i 150 km”, sobbarcandosi quindi spostamenti da territori anche molto lontani. “Ci fa molto piacere – afferma Simonetta Bonomi – direttore del Museo adriese – che la stragrande maggioranza dei commenti che i nostri visitatori hanno voluto sottoscrivere negli appositi registri siano stati di stupore per la bellezza della mostra ma anche delle collezioni permanenti del nostro museo, museo che, nella stragrande maggioranza dei casi, veniva visitato, e quindi scoperto, per la prima volta”.
Per festeggiare lo straordinario risultato ottenuto dai Balkani, Fondazione e Direzione del Museo hanno deciso di tenere aperta l’ultima giornata, ovvero domenica 13 gennaio, gratuitamente sia la mostra che il museo: un modo per dire a tutti “grazie” per l’eccezionale risultato ottenuto e per dare agli adriesi stessi la possibilità di tornare ad ammirare il loro museo e la mostra da loro ospitata in questi mesi.
Il progetto Balkani, finita la mostra, continua. La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha voluto, in segno di gratitudine nei confronti del Museo Nazionale di Belgrado, farsi carico del restauro del Magnifico Cratere, uno dei più importanti esempi dell’arte del bronzo esistenti al mondo. Il “Magnifico Cratere”, uno dei quattro ritrovati al di fuori dell’ambiente propriamente greco, è un manufatto in bronzo di grandi dimensioni e capolavoro della toreutica greca. Adria lo ha ottenuto eccezionalmente in prestito, “rubandolo” al Metropolitan Museum di New York che intendeva presentarlo al pubblico d’Oltreoceano nel 2007.
L’opera verrà, nei prossimi mesi, sottoposta ad un restauro completo, sotto la direzione delle autorità scientifiche italiane e non è escluso che, prima di tornare definitivamente a Belgrado, non possa tornare, per un brevissimo periodo presso il Museo di Adria proprio per dare a tutti conto degli interveti eseguiti.
Magari in occasione della prossima tappa della rinascita del Museo Nazionale Archeologico adriese, ovvero l’apertura della Sezione Romana dove verranno, per la prima volta, esposti i reperti di uno dei periodi di massimo splendore della storia antica di Adria e del Delta del Po.
STUDIO ESSECI