La parola ‘mobbing’ deriva dal verbo inglese ‘to mob’ che significa ‘accerchiare’, ‘assalire tumultuosamente’ e definisce una patologia sociale che trae origine dai luoghi di lavoro, che porta ad un degrado delle condizioni di lavoro, idoneo a compromettere la salute, la professionalità e la dignità del lavoratore. Le azioni di mobbing possono essere di varia natura e intensità, vanno da quelle equivoche a quelle inconfondibili come, ad esempio, le battute ironiche sul lavoro svolto, il boicottaggio (l’occultamento di strumenti di lavoro, la reticenza su informazioni professionali essenziali per lo svolgimento delle mansioni di cui la vittima è responsabile), le calunnie, l’inibizione di esporre le proprie ragioni, l’isolamento fisico e professionale, l’attribuzione di mansioni (o non-mansioni) umilianti, il rifiuto di ferie, l’attribuzione di turni massacranti, la privazione dei mezzi di comunicazione (telefono, computer, posta etc.), l’esclusione dalle decisioni etc. Il terrore psicologico attivato dal o dai mobber coalizzati ha come fine l’isolamento della vittima dall’ambiente di lavoro e la neutralizzazione di ogni sua capacità di difesa. Abbiamo diverse modalità di mobbing. Orizzontale quando gli “infami” sono i colleghi della vittima, cioè persone che hanno lo stesso livello di potere all’interno dell’ente. Così per invidia o insicurezza un gruppo si allea contro chi potrebbe riuscire meglio degli altri e quindi sconvolgere equilibri consolidati, per es., il neoassunto capace professionalmente o titolato. Verticale, invece, è praticato dal superiore verso il subalterno. Come sottolineava il sociologo Francesco Alberoni in un suo articolo : “Ci sono persone che occupano una posizione inferiore alle proprie capacità e persone che, invece, ne occupano una troppo elevata per loro. Chi si trova in un posto inferiore alle proprie capacità soffre perché non vede riconosciuto il suo merito, perché si rende conto che i suoi superiori compiono errori che lui saprebbe evitare. Ma, se glieli fa notare, si irritano, si offendono e possono anche fargli del male. I mediocri odiano coloro che sentono superiori a sé e, quando possono, li perseguitano.” Le persone che hanno ricevuto l’investitura dall’alto, non meritocratica, spesso non sono all’altezza del ruolo che rivestono e la loro unica preoccupazione è quella di non manifestare la propria incapacità. Per l’ente una situazione del genere ha come conseguenza un calo vertiginoso della produttività perché tali superiori finiscono per avvalersi della collaborazione dei mediocri e riverenti e si disfanno invece di coloro che per professionalità o cultura potrebbero essere utili agli interessi dell’ente. Quando si ha la disgrazia di essere vittime di una strategia di emarginazione, non dimenticate di avvalervi dell’assistenza del vostro sindacalista, il quale conoscendo l’ambiente di lavoro può dare indicazioni utili oltre all’assistenza sindacale e legale. Per provare il mobbing il giudice prende in considerazione solo le prove scritte quindi conservate con cura atti dai quali risultano la modifica di mansioni, il trasferimento di sede o spostamento d’ufficio, le lettere di richiamo, le ferie negate, le valutazioni negative, lo svolgimento di mansioni non equivalenti etc.
In questo caso, ci si può rivolgere a un avvocato e/o presso i nostri Uffici dell'Adico per chiedere il risarcimento del danno.
Il Presidente
Carlo Garofolini
www.associazionedifesaconsumatori.it
info@associazionedifesaconsumatori.it