Il gioco del rugby secondo Marco Paolini
La mischia, la palla, la touche, la ruck, il passaggio, il fuorigioco, i principi, il vantaggio, l'antigioco, i ruoli, il famoso terzo tempo, preso ad esempio di recente anche nella serie A di calcio: sono i temi di alcuni tra i mini film girati su campi di periferia in giro per l'Italia, a stretto contatto con giocatori dilettanti (uomini e donne), che esemplificano i concetti base e le regole di uno tra gli sport meno conosciuti a livello tecnico ma più seguiti dagli spettatori.
"La mischia - precisa Paolini in una delle "pillole" -, è un equivoco linguistico perché la mischia, a rugby, è una cosa molto molto ordinata: è un modo ordinato di riprendere il gioco dopo un'infrazione". Poche parole, accompagnate dalle immagini, ritraggono l'attore alle prese anche con i bambini, da cui si fa insegnare i rudimenti della palla ovale. Come la palla, che "va dove vuole, non fa due volte la stessa strada", la meta, che "anche un mona capisce che lì bisogna arrivare", oppure la touche, semplicemente "la rimessa laterale" che però non è quella del calcio. Perché "il rugby sta al calcio come la prima sta alla seconda guerra mondiale".
La regia dei corti è di Enrico Lando, il montaggio è di Sara Zavarise con la supervisione di Paolo Cottignola, la produzione è di Jolefilm in collaborazione con Neonetwork.
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