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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Confagricoltura: l’azoto, da opportunita’ a problema?

01/06/2006
Che ne sarà dell’attività degli agricoltori quando diverrà operativa anche in Veneto la normativa europea in materia di azoto, cioè di fertilizzanti? E’ questa la preoccupazione del mondo agricolo, espressa a chiare lettere da Guidalberto di Canossa, presidente di Confagricoltura Veneto, all’incontro voluto dall’organizzazione sindacale con i rappresentanti della Regione e dell’Arpav, al cospetto dei propri iscritti. “Riteniamo troppo restrittiva la direttiva comunitaria sui nitrati che, attuata in questi giorni dalla Giunta Regionale del Veneto, impone di non superare i 170 chilogrammi di azoto per ettaro all’anno nelle aree definite vulnerabili – ha spiegato Guidalberto di Canossa – per gli agricoltori veneti, ciò significherà un calo della qualità dei prodotti, soprattutto del mais che necessita invece un fabbisogno di azoto pari a 280 chilogrammi per ettaro”.

La preoccupazione di Confagricoltura è reale perché quasi tutto il Veneto, cento comuni della fascia pedemontana, l’intera provincia di Rovigo ed il bacino scolante della laguna di Venezia, sono risultati “zona vulnerabile”, cioè un territorio in cui i fertilizzanti si scaricano in acque già inquinate o che potrebbero diventarlo a causa dell’azoto di origine agricola; perciò, se la Regione attuerà alla lettera la direttiva europea, ci saranno consistenti vincoli per l’uso dei fertilizzanti agricoli su gran parte del territorio veneto, con periodi in cui sarà vietato completamente il loro utilizzo.

D’altra parte, la Regione non ha via di scampo, visto che l’Italia intera è stata più volte richiamata dall’Unione Europea ad adempiere ai parametri stabiliti, cui è seguita una sentenza di condanna nel 2001 ed una costituzione di messa in mora, arrivata lo scorso aprile al Governo allora in carica, perchè la Regione Veneto non aveva dichiarato le sue zone vulnerabili.

“Ad oggi, la Regione ha inviato all’Unione Europea la mappa dettagliata delle aree critiche – ha commentato Barbara Lazzaro, che da anni si occupa della questione dei nitrati e delle falde inquinate per la Regione - l’Italia ha adottato il Codice di Buona Pratica Agricola e c’è un decreto ministeriale che detta le linee guida”. Cosa manca allora per non essere bacchettati dall’Europa? “Entro 180 giorni, la Regione deve ultimare il programma d’azione per il Veneto, che indicherà nel dettaglio la quantità massima di azoto permessa, in linea con la reale richiesta della coltura, e i periodi dell’anno in cui saranno vietati i fertilizzanti” .

La partita rimane aperta dunque fino a settembre, l’ARPAV da parte sua sottolinea la necessità di regolare l’uso di azoto di fonte agricola, perché filtra nel suolo ed inquina le falde acquifere, Confagricoltura invece, mantiene le perplessità sulla normativa e rimanda al 22 giugno un nuovo confronto, a Rovigo, dove si augura di incontrare i rappresentanti del neo Governo.

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