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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Contro rischio di scippo nella gestione della risorsa idrica

30/01/2008
“L’84% delle tipicità agroalimentari italiane dipende dalla disponibilità d’acqua, oggi gestita dai Consorzi di bonifica e di irrigazione. Metterne in discussione il ruolo, rischia di consegnare tale indispensabile risorsa a chi sta già programmando lucrosi business su un bene di tutti; il mondo agricolo non se lo può permettere”: è questo l’appello di Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, lanciato significativamente a margine della Conferenza Organizzativa delle Unioni Regionali Bonifiche di Calabria e Sicilia (presenti tra gli altri: il Vicepresidente della Commissione Antimafia, Tassone; gli Assessori della Regione Calabria, Pirillo e Tripodi; i Presidenti delle Organizzazioni Professionali Agricole calabresi, Molinaro, Macrì, Mangone) svoltasi a Catanzaro, il cui locale ente di bonifica “Alli Punta di Copanello” è stato il primo a sottoscrivere un Protocollo di Legalità per le grandi opere pubbliche.

Gargano ha toccato anche i temi della sicurezza idrogeologica della Calabria, regione fortemente colpita nel recente passato e dove il 100% dei comuni, secondo i dati del Ministero dell’Ambiente, ricade in aree classificate ad alto rischio. Nel quinquennio 1998-2003 vennero stanziati, per mettere in sicurezza il territorio calabrese, circa 68 milioni di euro a fronte di una stima dello stesso Ministero che indicava, nel 2003, un fabbisogno complessivo pari a 1.600 milioni di euro; nel periodo 1999-2005 vennero, però, spesi oltre 90 milioni di euro per riparare i danni da sinistri di origine naturale!

La conclamata fragilità del territorio calabrese è accentuata dalla progressiva contrazione della Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.) ; secondo i dati ISTAT-INEA tale superficie, nel 2003, rappresentava il 32,63% del territorio calabrese mentre, solo 13 anni prima, era il 43,99%. Secondo una proiezione A.N.B.I., ciò significa che, proseguendo tale trend, nel 2016 si sarà persa all’uso agricolo (vale a dire cementificata o, comunque, abbandonata) un’area superiore a quella della provincia di Catanzaro!

“E’ evidente – conclude Gargano - che una tale trasformazione del territorio deve essere accompagnata da un finora insufficiente adeguamento della rete idraulica minore, pena l’incrementarsi del rischio di alluvioni, accentuato dai cambiamenti climatici in atto. Per questo, anche in questa difficile fase politica, ribadiamo la necessità di un Piano straordinario di manutenzione del reticolo idraulico del Paese, requisito indispensabile per la valorizzazione del territorio, bene inimitabile del sistema Italia”.

GRAZIE

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