Salute: carne Brasile non soddisfa requisiti sanitari Ue
L’acquisizione da parte di una multinazionale brasiliana del 50 per cento del piu’ grande trasformatore di carne in Italia non deve far chiudere gli occhi ad Assocarni sul fatto che l’Unione Europea - sottolinea la Coldiretti - ha evidenziato l’incapacità del paese sudamericano di assicurare una corretta rintracciabilità della carne e di garantire che nei piatti dei cittadini europei finiscano soltanto carni provenienti da zone esenti dalla malattie come l’afta epizootica.
La mancanza di adeguate garanzie da parte delle Autorità brasiliane si è tradotta, a partire dal 31 gennaio, in un divieto generale - riferisce la Coldiretti - alle importazioni della carne proveniente dal Brasile, ad eccezione delle partite di carne bovina fresca, disossata e frollata per le quali sono stati emessi certificati veterinari in data anteriore al 31 gennaio 2008 che potranno essere importati fino al 15 marzo 2008.
Di fonte a questa situazione anziché preoccuparsi “delle recenti decisioni comunitarie di limitare i contingenti di importazione", come ha fatto il Ministro delle Politiche Agricole De Castro in una lettera inviata ai Commissari, sarebbe opportuno intervenire a tutela della salute dei consumatori e degli interessi degli allevatori italiani che rispettano precise condizioni igienico sanitarie ed hanno adottato un sistema di rintracciabilità che garantisce la qualità della produzione mentre sono costretti a subire la concorrenza sleale della produzione brasiliana.
Vale la pena ricordare - conclude la Coldiretti - che l’Italia è uno dei principali importatori di carne dal Brasile con un quantitativo annuo di circa 60mila tonnellate con un aumento del 18 per cento nel 2007.
COLDIRETTI
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