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Ricerca e innovazione: pronto “libro bianco” del Veneto

05/02/2008
Un’analisi condivisa con tutti i protagonisti del settore (Imprese, Università, Centri di Ricerca, Poli Tecnologici, Sindacati: i cosiddetti “stakeholders”) sulla situazione attuale e le scelte da fare per affermare e sostenere la centralità della ricerca scientifica e innovazione tecnologica a sostegno dello sviluppo economico veneto. E’ questo il nucleo centrale del Libro Bianco su Ricerca e Sviluppo, Innovazione e Trasferimento Tecnologico, definito e pubblicato dalla Regione del Veneto al termine di più di un anno di lavoro del Forum della Competitività, attivato dall’Assessore alle Politiche Economiche Fabio Gava con lo scopo di confrontarsi con “il Veneto che conta” e individuare elementi di criticità, positività e azioni di rafforzamento della competitività complessiva del sistema economico regionale. “Scopo raggiunto – sottolinea Gava – perché ne è scaturito un documento condiviso, che non si nasconde le difficoltà, ma che indica chiaramente come l’economia veneta sia oramai orientata verso ricerca e innovazione, ed abbia le idee chiare sul da farsi, dopo un lungo periodo nel quale le nostre imprese hanno operato facendo innovazione senza, o con poca, ricerca. Chiare anche le richieste che vengono rivolte alla Pubblica Amministrazione, prima tra tutte la Regione: orientare, governare e sostenere questi processi. E lo stiamo facendo – dice Gava – con varie iniziative, tra le quali la specifica legge 9 del 2007 per creare un coordinamento operativo tra Pubblica Amministrazione, Impresa e Scienza grazie anche a uno stanziamento triennale di 30 milioni di euro; e la scelta inserire ricerca, istruzione e formazione tra le materie sulle quali applicare l’articolo 116 della Costituzione e avviare una trattativa con lo Stato per ottenere maggiori competenze rispetto alle altre Regioni a Statuto Ordinario”. Le istanze, le idee e le proposte emerse dal confronto con gli “stakeholders” veneti sono state riassunte in 10 “punti cardine”: creare una rete per produrre innovazione efficace; considerare la risorsa umana come motore dell’innovazione; creare una nuova finanza per l’innovazione; misurare e confrontare i risultati per migliorare; individuare pochi e chiari obbiettivi per innovare meglio; comunicare al meglio l’innovazione come leva di miglioramento e di attrazione territoriale; sviluppare nuove imprese tecnologiche; ottimizzare i risultati del trasferimento tecnologico; sostenere l’innovazione radicale; orientare, governare e sostenere i processi di ricerca e innovazione. I 10 punti sono sintetizzati come segue:

1. Mettersi in rete per produrre innovazione efficace

È emersa l’esigenza di orientare l’azione regionale verso la promozione e il sostegno allo sviluppo della rete regionale della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico stimolando la cooperazione tra gli attori del sistema. Allo stesso modo, si richiede inoltre di favorire lo sviluppo di nuove conoscenze e nuove attività imprenditoriali di elevato profilo, e di diffondere conoscenze innovative su tutto il sistema regionale.

2. Il valore del capitale umano: persone come motore dell’innovazione

L’attenzione al tema delle risorse umane come fattore generatore di processi virtuosi di trasferimento tecnologico e l’interesse alla loro massima qualificazione, rappresenta uno degli obiettivi che si chiedono ad una strategia regionale attenta e consapevole.

In quest’ottica, l’azione regionale dovrebbe mirare a:

incentivare l’attrazione di ricercatori e docenti italiani o stranieri, sulla base di progetti formativi di comprovato valore;

favorire percorsi formativi interdisciplinari e la contaminazione dei saperi;

favorire la razionalizzazione dell’offerta di programmi di dottorato a livello regionale, attraverso un’efficace collaborazione tra Atenei, Centri di ricerca pubblici e privati e imprese.

3. Verso una nuova finanza per l’innovazione

Le istanze emerse in materia di politiche finanziarie riguardano la quasi totalità degli strumenti di cui si compone l’ingegneria finanziaria e più precisamente fondi di rotazione pubblici con partecipazione del sistema bancario, garanzie e controgaranzie e partecipazioni minoritarie e temporanee al capitale di rischio nelle PMI.

Queste richieste, presenti da tempo nel dibattito regionale, hanno già trovato autonomo spazio nel nuovo Piano Operativo Regionale-POR per l’utilizzo dei Fondi Europei 2007-2013 che contiene la previsione di costituzione di un fondo di rotazione per il finanziamento agevolato degli investimenti innovativi delle PMI, di strumenti di allineamento del sistema confidi a Basilea 2 atti a ripartire il rischio attraverso garanzie e controgaranzie e la possibilità di partecipazioni minoritarie e temporanee al capitale di rischio di imprese innovative.

4. Misurare e confrontare i risultati per migliorarli

Per cercare di cogliere anche il contributo dei così detti aspetti "soft" dell'innovazione, difficilmente misurabili, il Forum ha posto l’accento sulla necessità di elaborazione di un nuovo sistema di indicatori statistici su R&I che tenga meglio conto, rispetto a quelli standard europei, delle specificità territoriali. Questo è un elemento cruciale su cui la Regione ha inteso provvedere attraverso l’Osservatorio regionale per la ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione che, ai sensi della l.r. 9/2007 dovrà “redigere una relazione annuale sull’applicazione della legge 9/2007 e sullo stato della ricerca e dell’innovazione nel sistema produttivo veneto, contenente indicatori comparativi e gli esiti del monitoraggio circa i risultati conseguiti dai programmi e dal sistema regionale dell’innovazione”.

5. Pianificazione strategica: pochi obiettivi chiari per innovare meglio

Le istanze emerse nel corso dei lavori del Forum hanno più volte, con intensità diverse, posto l’accento su una focalizzazione dell’azione pubblica verso interventi di programmazione strategica finalizzati a creare le necessarie condizioni di stabilità delle politiche e sull’individuazione di priorità strategiche legate ad opportunità e vocazioni territoriali, lanciando pochi grandi temi di ricerca su cui orientare le aziende.

6. Comunicare l’innovazione come leva di miglioramento e di attrazione territoriale

Il sistema regionale dell’innovazione ha evidenziato la necessità di attuare strategie mirate alla promozione del territorio regionale anche nell'arena internazionale, puntando ad accrescere il potenziale di attrattività sugli attori esterni alla regione.

In altri termini, gli stakeholders regionali ritengono che un utile contributo alla crescita dell’economia della conoscenza possa e debba provenire:

per un verso, da una migliore e più capillare opera per mettere le imprese in condizione di essere più consapevoli dei propri fabbisogni di innovazione, conoscere meglio i giacimenti di innovazioni disponibili e comunicare meglio le innovazioni realizzate;

per altro verso, da attori non locali, capaci di trasferire e diffondere nuovi saperi sul territorio regionale, così da stimolare la possibilità di creare nuovi mercati locali.

7. Innovare attraverso le nuove imprese tecnologiche

La nascita e lo sviluppo di un maggior numero di imprese ad alto contenuto tecnologico riveste un’importanza basilare rispetto ad ogni strategia di crescita qualitativa del sistema regionale dell’innovazione.

Uno dei punti focali emersi è quello di incentivare i processi di spin-off, ovvero la gemmazione di nuove attività imprenditoriali, da parte di una o più persone, da un’organizzazione o un’azienda pre-esistente.

8. Ottimizzare i risultati del trasferimento tecnologico e dell’innovazione

Uno specifico ambito d’azione e di presidio che è stato suggerito per le policy regionali è quello attinente l’innovazione incrementale, per il tramite di progetti ed azioni legati al trasferimento tecnologico. L’innovazione incrementale ha infatti rappresentato, attraverso la generazione di continui miglioramenti sui prodotti e sui processi, attraverso percorsi essenzialmente spontanei e informali di “learning by doing” e “learning by interacting”, una leva importante per la competitività regionale in questi anni.

9. Sostenere l’innovazione radicale

Tra le indicazioni più evolute emerse nel corso del Forum vi è la proposta di potenziare il dinamismo, la creatività e l’eccellenza della ricerca veneta nei riguardi delle conoscenze “di frontiera”. Questa si ritiene forse la sfida più impegnativa tra quelle esaminate.

E’ chiara la consapevolezza che essa debba essere perseguita per il tramite di azioni a regia regionale, principalmente a valere sulla legge regionale 9/2007 o del POR 2007/2013.

10. Orientare, governare e sostenere i processi di ricerca e innovazione

Solamente una forte ed incisiva governance multilivello in tema di innovazione può consentire di cogliere risultati.

L’assetto organizzativo che regola la ricerca e l’innovazione ha visto la Regione compiere notevoli sforzi nell’ultimo biennio, nell’individuazione di nuove risorse e nello sviluppo di nuovi strumenti e strutture dedicati alle politiche per questo settore.

La legge 9/2007 è l’occasione ulteriore per perfezionare questa architettura e favorire il dialogo sistemico tra pubblica amministrazione, impresa e scienza.

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