Bloccato un rimborso Iva non dovuto di 470.000 euro
Avviati i controlli di routine, è stato riscontrato che all’inizio di dicembre 2006, la medesima società romana aveva acquistato lo stesso distributore, con immobili annessi, da un altro soggetto privato per una valore di 300 mila euro più Iva. Insomma, in soli 16 giorni l’immobile con due distinte operazioni di compravendita sarebbe aumentato di valore di ben 8 volte.
In realtà dalle verifiche dell’Ufficio dell’Entrate è emerso che la società romana era semplicemente un soggetto interposto con un irrisorio capitale sociale versato e che tra il primo soggetto venditore e l’ultimo soggetto acquirente (due persone fisiche) è stato stipulato un preliminare di compravendita d’azienda soggetta all’imposta di registro e non ad Iva.
Tale interposizione è stata posta in essere per un duplice obiettivo: acquisire un illecito rimborso IVA di 470 mila euro ed eludere l’assoggettamento ad Irpef della plusvalenza realizzata di circa 2,4 milioni di euro.
Il caso è stato segnalato alla Procura della Repubblica per gli opportuni approfondimenti.