"Stop alle perquisizioni ai giornalisti"
All'incontro con l'alto magistrato hanno preso parte il presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, il segretario generale della Federazione nazionale della stampa (Fnsi), Franco Siddi, il presidente dell'Unione nazionale cronisti, Guido Columba, il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto, Gianluca Amadori, la vicesegretaria del Sindacato Veneto, Monica Andolfatto, e Ugo Dinello del Gruppo giornalisti veneti.
La delegazione ha poi incontrato il procuratore capo di Venezia, Vittorio Borraccetti, che 15 giorni fa ha fatto perquisire un giornalista della Nuova Venezia in relazione ad un articolo su Unabomber.
Nel corso dei colloqui, avvenuti all'insegna della cordialità e della reciproca comprensione, i rappresentanti dei giornalisti hanno preannunciato di voler d'ora in poi rispondere con iniziative concrete a tutte le iniziative della magistratura, tese di fatto a limitare la libertà di stampa: in particolare attraverso segnalazioni Consiglio superiore della magistratura e ricorsi alla Corte europea di Strasburgo.
Nella sede dell'Ordine dei giornalisti, si è quindi tenuto un incontro pubblico al quale hanno partecipato numerosi colleghi provenienti da tutto il Veneto, i quali hanno raccontato le personali esperienze e sollecitato i rappresentanti dei giornalisti a proseguire nelle iniziative intraprese a difesa del diritto di cronaca e del segreto delle fonti.
Il segreto professionale è salvaguardato dall'art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (Legge 4/8/55 n. 848) che tutela espressamente le fonti dei giornalisti, stabilendo il diritto a "ricevere" notizie. La Corte di Strasburgo ha avuto più volte occasione di ribadire che "di tale diritto fosse logico e conseguente corollario anche il diritto alla protezione delle fonti giornalistiche, fondando tale assunto sul presupposto che l'assenza di tale protezione potrebbe dissuadere le fonti non ufficiali dal fornire notizie importanti al giornalista" (v. sentenza Roemen 25/2/2003, procedimento n. 51772/99). In sostanza, l'Ordinamento europeo fa divieto ai giudici nazionali di ordinare perquisizioni negli uffici e nelle abitazioni dei giornalisti nonché nelle "dimore" dei loro avvocati al fine di scoprire prove sulle fonti confidenziali dei cronisti.
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