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Prezzi: nuovo record per il grano

28/02/2008
Il prezzo del grano è salito ancora fissando il nuovo record di oltre 31 centesimi di euro al kg alla fine delle contrattazioni al Chicago Board of Trade, che rappresenta il punto di riferimento del commercio internazionale delle materie prime agricole. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che il prezzo fissato per bushel (pari a 27,2 chili) è stato alla chiusura di 12,80 dollari per i future con consegna a marzo, che è quasi il 40 per cento in piu’ rispetto alle quotazione di inizio anno. Se le principali multinazionali americane si sono garantite con contratti di fornitura di lungo periodo nell’Unione Europea l’effetto - sottolinea la Coldiretti - risulta contenuto dal buon rapporto di cambio dell’Euro sul dollaro anche se l’aumento del petrolio influenza il costo dei trasporti. L’andamento del grano conferma le previsioni dei principali analisti economici, come il World Economic Forum (WEF) di Davos secondo il quale la riduzione della disponibilità alimentare è, insieme alla crisi del petrolio, alla recessione Usa e alla globalizzazione dei rischi, tra le minacce per l'economia mondiale da qui a dieci anni. Una analisi peraltro coerente con l' International Food Policy Research Institute per il quale - riferisce la Coldiretti - è finito il tempo dei prodotti agricoli a buon mercato e, dopo un lungo periodo con prezzi in continua riduzione, si sta registrando una inversione di tendenza strutturale per effetto dei cambiamenti climatici che provocano una riduzione delle terre coltivate e un calo delle rese produttive, della domanda crescente di prodotti alimentari a base di latte e carne da parte di paesi emergenti come India e Cina, ma anche dello sviluppo dei biocarburanti ottenuti dalle coltivazioni agricole. Ma l'andamento record del prezzo del grano alla borsa di Chicago è - sostiene la Coldiretti - anche il frutto di speculazioni internazionali che si sono spostate dai mercati finanziari in difficoltà a quelli delle materie prime agricole di cui non beneficiano certamente gli agricoltori italiani che hanno già raccolto e venduto da tempo le produzioni. Si tratta di uno scenario che prefigura un cambiamento delle gerarchie all'interno dell'economia e un ruolo nuovo e centrale da svolgere per l'agricoltura nei prossimi anni sia nella fornitura di beni alimentari che come opportunità per lo sviluppo di alternative energetiche - afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini - nel sottolineare che questo deve significare una nuova attenzione per sostenere la crescita del settore a livello nazionale e comunitario. Una tendenza che - conclude la Coldiretti - va affrontata con la programmazione di filiera, alla quale l'agricoltura italiana può rispondere positivamente grazie alla flessibilità introdotta con la riforma della politica agricola comune e con l'abbandono da parte delle industrie di comportamenti speculativi con l'acquisto al ribasso sui mercati internazionali.

COLDIRETTI

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