Puglia: non più alibi sul riordino dei Consorzi di Bonifica
29/02/2008
“Il nuovo rinvio della discussione sul Disegno di Legge regionale per il riordino dei Consorzi di bonifica pugliesi è la testimonianza della mancata percezione della gravità della situazione idrica e idrogeologica locale, le cui conseguenze si riflettono pesantemente anche sull’economia”; a dichiararlo è Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, che prosegue “Era gennaio quando abbiamo pubblicamente denunciato, a Bari, i gravi rischi, che sta correndo l’assetto del territorio pugliese al quale, come nel resto d’Italia, vengono destinate risorse insignificanti. Da settimane stiamo diffondendo i dati sull’insufficienza delle risorse idriche presenti negli invasi della regione; considerati i cambiamenti climatici in corso, è da ritenere già oggi necessario attivare le “cabine di regia” per rendere compatibili le diverse necessità idriche nel rispetto delle priorità previste dalla legge (in primis, l’uso umano, poi quello agricolo, quindi gli altri). A fronte di una situazione molto preoccupante per le conseguenze, che avrà sull’economia del territorio (turistica, rurale e produttiva) è indispensabile che la politica si assuma la responsabilità di scelte non più procrastinabili.
L’attuale situazione di grave difficoltà della Bonifica pugliese è frutto di irresponsabili scelte, assunte dalla Regione all’inizio degli anni duemila. A pagarne le conseguenze non sono solo gli oltre mille dipendenti dei Consorzi, cui aggiungere i lavoratori stagionali ma, più in generale, è la qualità dello sviluppo della regione, frenato dalle indecisioni sulla gestione di una risorsa, l’acqua, indispensabile non solo per la vita, ma per qualsiasi progetto di crescita economica. In questa prospettiva è fondamentale rilanciare il ruolo dei Consorzi di bonifica, unico presidio permanente sul territorio, nel rispetto di quel principio di sussidiarietà che, attraverso un democratico autogoverno, garantisce il pieno coinvolgimento della comunità nella gestione di un interesse comune, quale l’acqua ed il suo miglior utilizzo in rapporto con il territorio”.
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