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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Nel fiume Adige transita sempre meno acqua

19/03/2008
A fronte di consumi idrici in costante crescita si registra, nel fiume Adige, una diminuzione altrettanto costante della portata d’acqua. Volendo quantificarla si parla di un calo di due miliardi di metri cubi d’acqua in pochi anni, ma la previsione è che nel 2020 si arriverà a perderne ulteriori 200 milioni. A descrivere dati alla mano la gravità della situazione è il presidente dell’Autorità di Bacino del fiume Adige, Nicola Dell’Acqua, il quale ha fatto il punto della situazione nel corso dell’incontro avuto con gli organi di informazione nel Palazzo della Gran Guardia a Verona, nell’ambito del Workshop 04. In particolare è stato illustrato il bilancio idrico del fiume Adige, riassumibile nei seguenti sei punti:

1. Le risorse idriche superficiali stanno diminuendo a fronte di maggiori consumi d’acqua

2. Il sistema presenta delle criticità sia nella scala mensile che quella settimanale

3. La gestione dei grandi serbatoi ad uso idroelettrico o più in generale del mercato dell’energia, è spesso conflittuale con i prelievi potabili ed irrigui nel Veneto

4. Nel 2007, per la prima volta e per circa 1 mese, l’azione degli impianti idroelettrici è stata ininfluente sull’emergenza idrica ed il fiume non è stato in equilibrio favorendo l’intrusione del cuneo salino

5. Le concessioni di derivazione ad uso irriguo in certi periodi non sono compatibili con le disponibilità idriche

6. La barriera contro l’intrusione del cuneo salino non è più sufficiente in alcuni periodi dell’anno

«Dal 1920 ad oggi la piovosità è diminuita del 10%, addirittura del 20% nell’ultimo lustro – ha spiegato Dell’Acqua – Per di più lungo tutto il corso dell’Adige le temperature si sono innalzate di circa 1.5 gradi. Nel primo ventennio del secolo scorso vi scorrevano due miliardi di metri cubi d’acqua in più, e nel 2007 per la prima volta la “capacità fluente” del fiume non ha coperto i fabbisogni agricoli, tanto che Autorità di Bacino e Protezione Civile hanno dovuto prelevare acqua da bacini idroelettrici». Per far fronte a questa problematica è quindi necessario puntare all’ottimizzazione dell’utilizzo e allo sfruttamento delle falde idriche di pianura, ed è per questo che dal settembre 2007 è stata attivata una collaborazione tra l’Autorità di Bacino del fiume Adige e il Genio Civile di Verona per integrare le reciproche banche dati; senza scordare che fin dal 29 dicembre 2006 è in vigore un protocollo d’intesa con la Regione Veneto e dieci Consorzi di Bonifica veneti per la realizzazione di uno studio per il monitoraggio ed il calcolo del fabbisogno idrico in campo agricolo. Oltre a ciò è però auspicabile che Province, Regioni e Autorità di Bacino si attivino con prontezza nel momento stesso in cui dovessero verificarsi situazioni di estrema criticità.



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