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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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"Indigeno”: il primo Raboso Piave senza solfiti

20/03/2008
Un nuovo vino dal cuore antico, quello che Casa Roma di San Polo di Piave (Tv) presenta con grande soddisfazione ed il giusto orgoglio. Si chiama Indigeno, sinonimo di un termine di questi tempi molto fortunato: autoctono. E rappresenta l’espressione più moderna ed al contempo più “storica” di uno dei grandi autoctoni italiani: il Raboso Piave, alla cui riscoperta l’azienda della famiglia Peruzzetto ha contribuito in maniera determinante fin dal 1984, smussandone un po’ le spigolosità a favore del gusto contemporaneo, ma senza mai tradirne la natura indocile e austera.

Indigeno nasce proprio dalla ricerca dei caratteri originari del Raboso Piave, il vitigno più diffuso nell’entroterra della Repubblica di Venezia anche grazie alla sua spiccata acidità che lo rendeva particolarmente durevole anche in epoche in cui i solfiti non era conosciuti. Indigeno è, infatti, lo straordinario frutto di una minuziosa scelta delle uve Raboso Piave migliori e di un accurato approccio alla loro vinificazione, processo attuato con una singolare cura fatta di controlli puntigliosi e di moderne tecniche di cantina che hanno reso possibile la conservazione di questo vino solo grazie ai solfiti naturali prodotti durante la fermentazione.

E sono stati necessari ben quattro anni di invecchiamento in botte ed uno di affinamento in bottiglia, per dare all’Indigeno il suo carattere particolare e deciso. Quello che oggi Casa Roma presente è, infatti, un Raboso Piave Doc dell’anno 2003 e che oggi si rivela in tutta la sua integrità e purezza, un vino che alla sua prima apparizione sta avvincendo i degustatori e sorprendendo gli enologi per la sua esclusiva “tenuta” senza solfiti.

Per salutare la nascita di un prodotto così unico, Casa Roma ha vestito Indigeno con un’etichetta particolare e preziosa, che riproduce un’opera di Serse Roma, artista anch’egli singolare e straordinario, anche lui nativo di San Polo di Piave. Con la sua tecnica personalissima, Serse Roma ha raffigurato un “raggio” di una “bellussera”, l’antico sistema di impianto dei vitigni molto diffuso nell’area del Piave fino a non molti anni fa, e nel quale Casa Roma continua a credere.

In una bottiglia, quindi, s’incontrano due “indigeni” di una terra dalla nota e celebrata vocazione enologica, due opere d’arte diversissime tra loro eppure, entrambe, singolari e preziose. Uniche, per carattere e passione.

Per far conoscere da vicino Indigeno, Raboso Piave Doc 2003 senza solfiti e le sue peculiarità, Casa Roma ha organizzato due distinti eventi che si svolgeranno presso la sua sede poco distante dal centro di San Polo di Piave, sabato 29 marzo (su invito) e domenica 30 marzo (apertura della cantina al pubblico, dalle 10 alle 18)

PROGRAMMA:

Sabato 29 marzo 2008

ore 18.00: Presentazione di Indigeno e del quadro che è stato raffigurato in etichetta. Con la partecipazione del filosofo Riccardo Caldura (fenomenologia delle arti contemporanee all'accademia di belle arti di

Venezia e direttore artistico della Galleria Contemporaneo di Mestre) e dell'autore dell'opera, Serse Roma. La presentazione del vino sarà invece a cura di Michele Zanardo (enofilo); l'aspetto storico di Casa Roma e del Raboso Piave saranno presentati da Vinicio Cesana, storico del territorio.

Concluderà l’appuntamento uno spettacolo d’intrattenimento musicale, tra brindisi, arte e storia.

Domenica 30 marzo 2008

dalle ore 10.00 alle ore 18.00: Casa Roma apre la sua cantina a tutti coloro che desiderano conoscere, approfondire e degustare l’Indigeno.

Info:

CASA ROMA - Via ormelle, 19

31020 San Polo di Piave (TV)

Tel. 0422.855339 - Fax 0422.802091

info@casaroma.com

www.casaroma.com

QUALCHE APPROFONDIMENTO

Casa Roma è il nome di un’antica casa colonica che si trova nel cuore delle terre del Piave.

Il legame che unisce da generazioni i Peruzzetto a quella terra ha fatto sì che gli ultimi esponenti della tradizione, Luigi ed Adriano Peruzzetto, abbiano cercato di valorizzarne le più autentiche risorse fino ad ottenere risultati eccellenti soprattutto con il vitigno autoctono per eccellenza della Marca Trevigiana: il Raboso Piave.

Adriano segue i 26 ettari di vigneto (quasi tutti di proprietà); Luigi, diplomato in enologia a Conegliano, si occupa della cantina. Con fatica, dedizione e convinzione Casa Roma ha sempre creduto nella valorizzazione del vino Raboso Piave, ed oggi grazie a questa abnegazione e a quella di pochi altri produttori questo vino è uno dei più apprezzati del Veneto e d’Italia.

L’impiego dell’anidride solforosa è sempre stato considerato indispensabile nella tecnologia di produzione dei vini bianchi e di quelli rossi, anche se attualmente si sta registrando una forte tendenza a limitare l’uso di questo additivo, sostanza ad elevata tossicità che a dosi troppo elevate altera le caratteristiche del vino.

Oggi il progresso tecnologico ed impiantistico nelle cantine sembra rendere possibile una riduzione dell’impiego dell’anidride solforosa, anche sono numerosi gli esperti del settore che ritengono non possa essere eliminata del tutto.

Si può sommariamente dire che nella tecnologia di produzione dei vini bianchi la solfitazione esplica un’azione antisettica e selettiva, molto utile sia per limitare lo sviluppo di batteri o di lieviti selvaggi consentendo di avviare una buona fermentazione, sia per conservare il vino. Inoltre i solfiti sono in grado di bloccare le ossidazioni date dall’ossigeno disciolto nel vino e dagli enzimi che accelerano le reazioni ossidative, conservando meglio le qualità organolettiche e contribuendo a rendere più limpido il mosto.

Nella tecnologia di produzione del vino rosso, oltre alle azioni sopra citate, la solfitazione permette anche di estrarre meglio il colore e l’aroma dalle vinacce nel corso della macerazione e di mantenere, poi, il colore rosso, evitando il viraggio al marrone nel tempo.

In Indigeno di Casa Roma, un elevato standard igienico nella cantina permette di tenere sotto controllo i batteri; uno stretto controllo dei tempi e temperature consente di ottenere la fermentazione voluta senza ricorrere all’additivo; la scelta di uve dall’alto standard igienico sanitario e l’igiene nelle operazioni che vengono condotte nelle fasi di prefermentazione e fermentazione, rendono inutile il ricorso alla solfitazione.

Anche per la salvaguardia del colore e delle altre qualità organolettiche, Casa Roma ricorre a tecnologie alternative che consentono di non ricorrere all’additivo, tanto che con un vino dalla spiccata acidità, dal buon tenore alcolico e dall’elevata tannicità come il Raboso Piave, unito all’abilità e all’avvedutezza che Casa Roma gli riserva in campagna e in cantina, può diventare uno dei pochissimi vini italiani a poter indicare in etichetta “senza solfiti”.

Serse Roma, nato a San Polo di Piave nel 1952, vive e lavora a Trieste. I suo disegni a grafite, rigorosamente in bianco e nero, rappresentano frammenti di paesaggi e scorci naturali nei quali la natura esala il suo potere magico. Le immagini dell’artista evocano la liricità della pittura romantica e riprendono, al tempo stesso, la precisione della fotografia. Il lavoro di Serse, infatti, ha origine da uno scatto fotografico che l’artista traduce sulla carta, trasformando i soggetti in paesaggi interiori in grado di comunicare il movimento del tempo anche nella sua staticità. Se i suoi disegni sembrano talvolta tradire un senso di nostalgia per una visione che appartiene al passato, essi contengono anche caratteristiche che li rendono universali. Il costante dualismo tra il distacco di una visione remota e la prossimità di un’immagine a prima vista fotografica, contribuisce a sprigionare nelle opere un effetto poetico e sentimentale. Così onde del mare, foglie, effetti d’ombre e superfici d’acqua intrappolano lo sguardo dello spettatore tra i loro riflessi lucidi e atmosfere sfumate. L’uomo non popola mai i disegni dell’artista e l’assenza del colore dona alle composizioni un’emotività neutra e pacata trasformandoli in immagini senza tempo che trascendono la rappresentazione del reale per giungere ad un’interpretazione metaforica di uno stato interiore.

Di Serse Roma si è occupato anche il volume pubblicato dalla Phaidon Press di Londra, a cura di Emma Dexter, senior curator alla Tate Modern di Londra, intitolato “Vitamin D: New Perspectives in Drawing”, dedicato ai 100 artisti sulla scena internazionale che hanno innovato il linguaggio del disegno nell’arte contemporanea. L’artista è presente in numerose gallerie, collezioni e nei musei internazionali (Pechino, New York, Parigi, Belgio, Italia).

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