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Pensioni: forte lo squilibrio tra nord e sud del paese

25/03/2008
Fatto 100 la spesa pensionistica nazionale solo il 77,5% è “coperta” dai contributi versati dai lavoratori (siano essi dipendenti o autonomi). Infatti, a fronte degli oltre 238 mld di euro di spesa, il gettito contributivo è pari a 184,6 mld. In pratica il deficit, nel 2005, è stato di quasi 53,5 miliardi di euro. A decretarlo è la CGIA di Mestre che ha analizzato la spesa pensionistica e i relativi contributi versati dai lavoratori all’Inps per ciascuna Regione. E proprio l’analisi a livello regionale ci permette di mettere in evidenza le forti differenze esistenti tra Nord e Sud del Paese. "Il divario esistente tra le regioni del Nord e quelle de Sud sono dovute – commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – principalmente da due fattori. Il primo, è da ricercare nello scarso flusso contributivo presente al Sud dovuto alla fortissima presenza di lavoro nero. Il secondo, invece, va registrato nell’eccesso delle prestazioni assistenziali presenti nel Mezzogiorno". Così mentre il 75% delle pensioni di anzianità sono concentrate nel Centro-Nord (dove chiaramente è stata maggiore l’industrializzazione del paese) le prestazioni assistenziali sono prevalentemente concentrate al Sud. “Appare evidente – conclude Giuseppe Bortolussi – che tra le tante proposte avanzate da molti esperti in materia previdenziale bisogna attivarsi per una seria lotta all’evasione contributiva ed effettuare un monitoraggio attento e puntuale sulle misure di sostegno al reddito altrimenti il sistema rischia di non essere più gestibile economicamente".

Se, come dicevamo, solo la Lombardia ha un saldo previdenziale positivo (+ 35,8 milioni di euro pari ad un tasso di copertura del 100,1%), il Lazio (96,9%) e il Veneto (94,6%) seguono e occupano gli altri 2 posti di questo speciale podio. Subito dietro il Trentino A.A. (93,1%), l’Emilia R. (80,9%) e via via tutte le altre. Drammatica la situazione al Sud. Esclusa la Liguria (penultimo posto con una copertura del 52,6%) gli ultimi posti in classifica sono ad appannaggio delle regioni meridionali. Terzultimo posto di Puglia e Sicilia (entrambe con una copertura del 54,9%) e, fanalino di coda, la Calabria (51,1%).

Ma l’analisi della CGIA di Mestre è andata oltre ed ha analizzato anche l’incidenza del numero di pensioni sugli occupati per ogni provincia. Ebbene, ci sono 2 province che presentano un numero di pensioni erogate superiore al numero di occupati che versano i contributi. Esse sono: Benevento (102,5 pensioni ogni 100 occupati) e Lecce (101,5 ogni 100 lavoratori). A Terni situazione di “parità”: il numero di pensioni è pari agl numero di occupati. La più virtuosa è la provincia di Bolzano che registra solo 50,6 pensioni erogate per ogni 100 occupati.

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