Gasolio agricolo: Unima denuncia Italia a due marce
«La possibilità di usufruire delle agevolazioni sul carburante è una componente fondamentale per mantenere competitive le imprese del comparto primario. - sostiene il presidente UNIMA, Aproniano Tassinari - Una logica amministrativa che privilegi l’efficienza e lo snellimento della burocrazia dovrebbe considerare che le imprese agromeccaniche sono in realtà le uniche in grado di dimostrare, documenti alla mano, quanto gasolio consumano, quando e dove. La rendicontazione consuntiva prevista dalla vigente normativa, appare più che congrua al fine di una corretta identificazione del percorso del gasolio ad accisa ridotta; la richiesta di ulteriori dati non previsti dalla legge, quali sono quietanze di pagamento, dati catastali, autocertificazioni e via di seguito, oltre che essere una assurda e gratuita iperburocratizzazione, non può che spingere verso una intollerabile clandestinità ed un "contrabbando" di carburante che ne snatura il giusto utilizzo».
UNIMA ritiene opportuno sollecitare gli agricoltori a prendere coscienza che il carburante agevolato non è un vitalizio che spetta sempre e comunque a prescindere dal suo corretto impiego, ma ha una sua precisa collocazione nell'ambito dell'ettaro-coltura. Chiediamo l'aiuto delle organizzazioni agricole per fare opera di sensibilizzazione in questo senso e parallelamente non possiamo non ricordare alle autorità locali interessate che ignorare la corposa "giustificazione" annuale dei consumi delle imprese agromeccaniche non solo lede la loro dignità e contrasta di fatto i dettami del DM 454, ma sovverte totalmente tutta la giurisprudenza basata sul principio del “verba volant, scripta manent”.
Le notevoli difficoltà locali di accedere al gasolio agevolato infine, unite alla necessità di continuare il lavoro sui campi, determina per le imprese agromeccaniche interessate una sensibile crescita dei costi strutturali. Questi aumenti mettono a rischio la politica decisa in seno a UNIMA di mantenere le tariffe degli agromeccanici invariate rispetto allo scorso anno, con una eventuale prevedibile ricaduta per il prossimo anno sui prezzi finali dei prodotti agricoli.
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