Allarme per piccole imprese manifatturiere: rischio aumenti
Il problema è stato segnalato all’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas sottolineando che “le modifiche introdotte dall’Autorità provocheranno rincari del 12,6% del costo dell’energia elettrica degli utenti non domestici in bassa tensione, vale a dire per 1.706.089 aziende dei settori manifatturiero e dell’edilizia i cui consumi si concentrano per l’85% nella fascia tariffaria F1 (ossia dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18) e per il 15% nella fascia tariffaria F23 (sabato o con qualche turno notturno/ domenicale) e che non possono spostare i propri consumi nelle ore notturne o nel fine settimana”.
Gli aumenti si aggiungono ad un costo dell’energia per le PMI tra i più alti d’Europa e sono difficilmente sostenibili nell'attuale fase di congiuntura economica. Inoltre le piccole imprese subiscono pesantemente gli effetti delle anomalie del mercato dell’energia elettrica caratterizzato dalla concentrazione del mercato libero nelle mani di pochi operatori e da un sistema fiscale sull’energia fortemente sperequata a danno delle PMI.
“Tutti questi fattori di contesto – spiega il presidente provinciale di Confartigianato Marca Trevigiana, Mario Pozza-rappresentano un forte ostacolo alla competitività delle imprese e del Paese.Inoltre bisogna denunciare la mancata applicazione di misure utili ad attenuare l’impatto sulle piccole imprese del nuovo sistema di rilevazione dei consumi per fasce orarie, che dovevano garantire al mercato, agli operatori e agli utenti finali il tempo di organizzarsi affinché il passaggio avvenisse con logiche di omogeneità, equità e trasparenza”.
“In soli 6 mesi -continua Pozza- da luglio 2007 a gennaio 2008, i rincari in bolletta sono stati del 7,6% e i piccoli imprenditori hanno dovuto sborsare 616 milioni di euro in più. Complessivamente la bolletta elettrica delle piccole imprese è salita così alla cifra di 8,7 miliardi/anno.”
Una tendenza destinata a peggiorare nei prossimi mesi se non si arresterà la corsa del prezzo del petrolio, il cui costo al barile in euro nel 2007 è cresciuto del 51%”.
L’aumento del costo dell’elettricità per le piccole aziende è stato superiore a quello sopportato dalle famiglie che, nel secondo semestre 2007, hanno subito aumenti del 5,2% del prezzo dell’elettricità.
Confartigianato ha monitorato i rincari e ha elaborato un’analisi della tendenza dei prezzi dell’elettricità per 3.500.000 imprese con meno di 20 dipendenti che operano sul mercato tutelato dell’energia.
“Gli aumenti del secondo semestre 2007 -precisa Pozza- hanno pesato su ciascuna impresa per 175 euro e non fanno che aggravare una situazione già allarmante per i piccoli imprenditori che pagano l’energia elettrica il 22,6% in più rispetto alla media Ue.
Come se non bastasse, da luglio 2005 a luglio 2007 il prezzo dell’energia elettrica per i piccoli imprenditori è aumentato del doppio rispetto all’Europa: + 18,6%% nel nostro Paese a fronte del + 9% nell’Ue.”
Secondo l’analisi di Confartigianato, i maggiori costi sopportati dalle piccole imprese italiane dipendono, oltre che dai ritardi nella liberalizzazione dell’offerta del mercato e dal prelievo fiscale sull’energia, anche dalla forte incidenza degli oneri generali di sistema che comprendono alcuni ‘sconti’ e vantaggi accumulati negli ultimi anni dai grandi consumatori di energia.
“Infatti, il 12,5% dell’importo delle bollette elettriche di artigiani e Pmi - pari a 1.093 milioni di euro all’anno – puntualizza il presidente Pozza- serve a finanziare gli oneri generali di sistema. Tra questi a pesare di più, con una somma di 736 milioni di euro, sono i contributi per finanziare nuovi impianti da fonti rinnovabili ed assimilate (i cosiddetti contributi CIP 6).
Un’altra voce ‘pesante’ tra gli oneri generali di sistema, pari a 188 milioni di euro, riguarda gli stranded costs, cioè i ‘costi incagliati’ relativi ad investimenti effettuati dagli operatori ex monopolisti prima della liberalizzazione e che ora, in condizioni di libero mercato, non sono più ammortizzabili. E, ancora, sulla bolletta dei piccoli imprenditori incombe con un onere di 74 milioni la contribuzione per i regimi speciali. A fronte di questi costi a carico delle piccole imprese, Confartigianato segnala che le grandi aziende godono di vantaggi e benefici esclusivi, tra i quali: l’esenzione completa dall’imposta erariale sull’energia elettrica per consumi superiori a 1.200.000 kWh/mese; l’esenzione dalla addizionale provinciale per i consumi che superano i 200.000 kWh/mese; gli sconti ai clienti interrompibili.”
“Urgono – sollecita Pozza- interventi di riequilibrio e di perequazione degli oneri a carico delle piccole imprese. Ma soprattutto chiediamo che la diminuzione dei costi dell’energia sia una delle priorità del prossimo Governo se si vuole consentire al sistema delle piccole imprese di agganciare la crescita e recuperare competitività”.
I rincari dell’energia elettrica per le piccole imprese sul mercato tutelato
Variazione luglio 2007-gennaio 2008
Milioni di euro - valori al I trimestre 2008 – importi comprese le accise e senza Iva
Tipologia di utenza Prelievi (Twh) Costo energia elettrica
gennaio 2008
(milioni euro) Di cui:
Oneri generali
di sistema
(milioni euro) Variazione rispetto
a luglio 2007
(milioni euro)
Bassa tensione fino a 15 kW 25,0 6.162 789 465
Bassa tensione tra 15 e 50 kW 15,0 2.558 304 151
Totale mercato tutelato 40,0 8.720 1.093 616
Crescita dei prezzi energia elettrica in Europa e in Italia
€/kWh - consumo annuale 30 MWh, 30 kW potenza, 1000 ore di carico
2° semestre 2007 2° semestre 2005 Variazione %
UE 15 0,1350 0,1239 9,0%
Italia 0,1655 0,1396 18,6%
Prezzi Italia rispetto UE + 22,6%
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Aeeg e Acquirente Unico
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