Da molti anni gli agricoltori di Variano, piccola ma suggestiva frazione del Comune di Basiliano (UD), si ritrovano a fine marzo per una sfida che è entrata ormai nella tradizione locale, ed è forse più sentita di quelle a tema calcistico: la gara del “vin di famee”. E’ il vino di casa, quello prodotto da pochi filari di vite che per buona parte furono impiantati dei genitori degli attuali viticoltori dilettanti. Sì, perché, mentre un tempo la lavorazione dei campi, la cura dell’orto e della vite erano ancora mezzo di sostentamento per gli abitanti del Medio Friuli, con il passare degli anni le attività familiari si sono spostate verso altre occupazioni. Così da far divenire i lavori rurali un mero passatempo. Ecco che la consuetudine di Variano ha fatto riscoprire il gusto di produrre il vino di casa, per autoconsumo. Ma di anno in anno essa è cresciuta e ha motivato sempre di più i partecipanti, tanto che i vini, rigorosamente tutti a bacca rossa, e secondo quanto affermano i produttori realizzati esclusivamente da uve di Merlot, dai prodotti enologici forse un po’ improbabili delle prime edizioni sono divenuti tutti gradevoli. Taluni davvero di qualità, tanto che sono stati premiati dalla giuria, che era composta dagli stessi produttori partecipanti, in tutto una quindicina. La festa del concorso enologico casalingo, per la vicinanza con il Vinitaly, è stata scherzosamente battezzata da tutti “Varianitaly”. Tra i produttori, alcuni si sono davvero specializzati, ce l’hanno messa tutta nell’ottimizzare i loro vini. E’ il caso dei fratelli Alido e Angelo Rossi, che hanno vinto il primo premio, già conquistato lo scorso anno. Al secondo posto si è classificato Gianni Merlino. Al terzo Erfinio Rosso.

Carlo Morandini

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