Alla scoperta del "pianeta vino" con percorsi tematici
In primo piano proprio il percorso de “La vie en rose”, alla scoperta dei… rosati. Il rosa - dicono in Confagricoltura - è il colore dell'anno, e non solo nelle collezioni primavera-estate degli stilisti. Il rosa tiene banco (e lo terrà a lungo) anche nel settore vino. La rimonta dei rosati, nell'aria da un po', è ora in fase di esplosione. C’è infatti sempre più attenzione per i vini più aggraziati e meno “muscolari”, più bevibili e versatili (anche nel prezzo) e abbinabili con souplesse alla quota di leggerezza che ormai fa parte della nostra cultura alimentare: ma senza rinuncia al gusto, anzi!
Tra i “sentieri del gusto” ce n’è un altro “in rosa”… ovvero quello del “vino delle signore”. Confagricoltura, con questo “percorso guidato, ha voluto dare, con praticità, una dimensione quanti-qualitativa, ed un riconoscimento tangibile, a quella che è divenuta una fetta essenziale della produttività enoica italiana. Quanto all'eleganza, alla cura del dettaglio, alla spinta illuminata all'attualità della veste, oltre che della sostanza, del vino, è fattore ovviamente implicito, quando si parla di “vino delle signore”.
E poi il nuovo e l’antico, con vini complementari o alternativi. A proprio gusto.
“I vini dei vitigni rari” sono l'oggetto di un recupero a raggio sempre più vasto, che ha visto al lavoro negli ultimi anni le forze più avanzate della scienza ampelografica ed enologica. E sono al centro di una crescente attenzione e di una montante curiosità anche da parte dei consumatori più informati. Perché i cosiddetti vitigni rari, sia i profondamente autoctoni, tipicissimi “figli” di definite e limitate realtà territoriali, sia gli “importati” meno classici e conosciuti, costituiscono la prova vivente della ricchezza del vigneto Italia. Della sua generosità e quasi sterminata varietà di proposta originale, e insieme di una flessibile variegazione microclimatica, capace di offrire habitat di assoluto pregio (e, nel tempo, note marcate di territorializzazione) anche ad uve arrivate da lontano.
Dall’ altro verso i “new wine”, il nuovo che avanza. In tal senso sotto i riflettori i vini presenti al Vinitaly per la prima o al massimo la seconda volta. Novità e una ventata di freschezza, innovazione e imprenditorialità…
Infine per una manifestazione all’insegna de “La grande Italia del vino” non poteva mancare il percorso delle “grandi denominazioni”, dei vini più blasonati, la minoranza trainante della viticoltura italiana…
“Il bouquet della gloria”. Ovvero, le super-denominazioni, le Docg di platino…Sono i classici e i “nuovi” classici – all'interno dei quali Confagricoltura raccoglie uno straordinario florilegio di associati - che tutti conoscono e ammirano, ma riuniti per la prima volta in un solo percorso: si inizia dalla “a” di Amarone (autentico ariete nazionale, negli ultimi anni, su mercati diversissimi come Usa e Russia); si passa alla “b” di Barbaresco, Barolo, Brunello, immortale tris di pilastri cui si è aggiunta da qualche anno a far poker anche la “b” di Bolgheri. E si conclude con una “f ”, quella di Franciacorta, il territorio che si è dato per vocazione essenziale la produzione di spumanti d'eccellenza, e che ha presto acquisito, insieme ad un peso produttivo di incisiva consistenza, un'evidenza assoluta.
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