Cereali e imprenditori agricoli italiani
Confagricoltura evidenzia che le semine di frumento in Italia in vista dei raccolti 2008 sono aumentate di oltre 350 mila ettari e questo è solo una prima risposta alle carenze del mercato. Anche la Fao prevede per il 2008 un raccolto mondiale di cereali a livelli record: 2,2 miliardi di tonnellate, con un incremento del 3% circa e del 13% a livello Ue (v. tabelle).
Tutto questo potrà contenere il problema della carenza sinora registrato anche se i dati delle produzioni andranno sempre verificati a fine campagna sulla base dell’andamento climatico e forse ci vorrà tempo per ricostruire le scorte ad un livello soddisfacente.
“Ciò che è importante sottolineare – continua il presidente Vecchioni - è comunque che non si può lasciare solo ed unicamente alle dinamiche di mercato la risoluzione di problemi di così ampia portata”.
Occorrono, a parere dell’Organizzazione agricola, interventi programmati per combattere adeguatamente il cambiamento climatico e poi per gestire l’equilibrio domanda offerta. Non si può passare ciclicamente da situazioni di carenza, e quindi di quotazioni elevate, a congiunture caratterizzate da eccedenza e quindi da prezzi e redditi degli agricoltori bassi.
“Un contributo importante in tal senso - rimarca il presidente Vecchioni è costituito dalla politica agricola comunitaria che, anziché essere smantellata, come vorrebbe qualcuno, va rafforzata e semmai adeguata ai tempi, come anche previsto dal “manifesto di Firenze” presentato venerdì scorso dalle undici sigle dell’agroalimentare italiano e dei sindacati. Per non parlare di una seria politica dell’innovazione e della ricerca, anche tramite gli organismi geneticamente modificati; una strada che l’Italia ha deliberatamente scelto di non percorrere.”
“Serve – ha concluso il presidente di Confagricoltura – una decisa sterzata per mettere una volta per tutte l’agricoltura al centro delle politiche e delle scelte strategiche del Paese. I fatti di questi giorni dimostrano quanto questo passaggio, che Confagricoltura chiede da tempo, sia decisivo: per noi e per il pianeta.”