Arriva il primo certificato di qualità per la Grappa Veneta
Afferma Alessandro Maschio, Presidente dell’Istituto Grappa Veneta:”Le finalità sono di identificare le caratteristiche chimiche ed organolettiche della grappa, creare un panel, una commissione di assaggio in grado di valutare le principali caratteristiche sensoriali, sulla base di un progetto con il quale si dovrà certificare la qualità del prodotto. E’ la prima volta che i produttori associati sono tutti uniti con un obiettivo comune”.
A sostegno del lavoro svolto dall’Istituto Grappa Veneta, la ricerca presentata dall’Unione Italiana Vini con il condirettore Francesco Pavanello e da Michela Cipriani, nella quale è stato messo in evidenza come attraverso dei marcatori si riesce ad identificare il territorio di provenienza della grappa. Risultato che permette di arrivare alla tracciabilità del prodotto elemento importante per la tutela del consumatore.
Ha dichiarato Stefano Soligo, responsabile della distilleria sperimentale di Veneto Agricoltura presso la Scuola Enologica di Conegliano (Tv): “Gli obiettivi sono l’identificazione di zone di produzione in macroaree e la stesura del disciplinare sui metodi, da tenere in cantina e in distilleria per la produzione di una buona grappa. Il tutto accompagnato da un’analisi sensoriale svolta insieme a Veneto Agricoltura, anche in previsione delle certificazioni richieste dai nuovi regolamenti della Comunità Europea. In questo modo si potrà avere un marchio di riconoscimento dell’acquavite veneta”.
Un viaggio, quello di stamani, nel variegato mondo dell’acquavite per conoscerla, studiarla e gustarla in tutte le sue forme a cui hanno partecipato i rappresentanti delle massime organizzazioni di categoria, di Riccardo De Gobbi per la Regione Veneto, Luigi Odello, presidente del Centro Studi Assaggiatori che ha guidato l’analisi sensoriale, Elvio Bonollo vicepresidente dell’Istituto Grappa Veneta, Giampiero Rorato, studioso di enogastronomia, Gaetano Maria Fara del Dipartimento di Scienze Sanità Pubblica Sapienza, Università di Roma.
Ufficio Stampa
Marzia Morganti Tempestini