La cripta di San Marco, quando regnava l’acqua meschizza
La mostra è curata da Susy Marcon. Allestimento a cura di Silvia Pugliese con la collaborazione di Annalisa Bruni e Mariachiara Mazzariol.
Si ringraziano la Procuratoria di San Marco e il Proto Architetto Ettore Vio per la gentile collaborazione.
Col salire delle acque, nel 1563 si ritenne necessario rialzare il pavimento della cripta di San Marco, ma non fu sufficiente per risanare l'ambiente, tanto che presto la confraternita dei Mascoli che vi officiava dovette trasportare la propria sede in una cappella all'interno della Chiesa. Nel 1604 si volle salvaguardare il rilievo marmoreo che mostra la Madonna col Bambino e i santi Pietro, Marco, Caterina e Orsola - l’ultima delle pertinenze di quella Scuola rimasta nella sede antica - trasportandolo nel locale d'accesso al Tesoro: si dovette allora scendere in quella Sottoconfessione già allagata, spezzando i sigilli che erano stati posti per chiuderne l’accesso.
La cripta di San Marco in epoca moderna fu reputata un luogo più insano che misterioso, più fetido che fondante: “... poiché vi regna dentro l’acqua, per tutto a luochi un piede, ed in altri uno, e mezo, qual acqua è meschiza e cresce, e calla ...”. Nel frattempo non si dimenticò che lì stava il cuore del culto marciano con la reliquia del corpo santo di Marco, e vi si svolsero periodiche sconsolate ricognizioni. Inoltre, non si scordò che le strutture murarie della Basilica, continuamente bisognose di verifiche e consolidamenti, vi trovavano le proprie fondazioni. Un disegno tecnico realizzato nel 1733 dal savio esecutore alle acque Giovanni Filippini testimonia che il luogo era oggetto di osservazioni da parte dei tecnici che sovrintendevano alla Basilica.
Tuttavia, il fascino del luogo riposto e antichissimo non poté giungere ai disegnatori e ai pittori, né nelle atmosfere oscure del Seicento, né nel vivido e luminoso Settecento. Tralasciano qualsiasi delineazione del luogo sotterraneo anche i magnifici disegni di Antonio Visentini, incisi per l’ Iconografia della Ducal Basilica dell’evangelista s. Marco del 1726, e diffusi con l’ Augusta Ducale Basilica del 1761, fastosa opera rappresentativa dell'editoria settecentesca veneziana e che spiega agli intenditori eruditi l'intera magnificenza della basilica ducale, ad eccezione della cripta.
GLI ORARI E I BIGLIETTI D’INGRESSO ALLA MOSTRA SONO QUELLI DEL PERCORSO INTEGRATO DEI MUSEI DI PIAZZA SAN MARCO (ingresso dal Museo Correr).
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