Piccoli impianti a biogas approvati dagli scienziati
21/04/2008
Dal Forum internazionale sull’energia e i cambiamenti climatici “Domani energia”, organizzato da Coldiretti-Ambrosetti a Venezia, è arrivata la conferma della bontà delle politiche energetiche seguite dell’Associazione anche in Polesine. A fronte delle tante mega centrali a biomasse per le quali sono in corso procedimenti autorizzativi, è necessario preferire i piccoli impianti a biogas, a carattere aziendale, che lavorano potature, scarti e reflui zootecnici, senza sottrarre le coltivazioni dal primario ruolo che resta l’alimentazione. Non hanno impatto ambientale e usano prodotti aziendali. “La necessità di trovare forme energetiche alternative al petrolio da fonti rinnovabili – commenta il direttore di Coldiretti Rovigo, Adriano Toffoli, di ritorno dal Forum – non deve far gettare le istituzioni a capofitto nell’approvazione di qualsiasi centrale a biomasse agricole (cereali o legname che sia), perché bisogna tener conto del bilancio energetico che quel tipo di impianto realizza. Ossia – spiega – non si può essere favorevoli ad una centrale che per funzionare e produrre energia ne richiede di più di quella che produce”. Se una centrale a cereali costruita in Polesine, come quelle in via di approvazione, per funzionare necessita di talmente tanta biomassa che nemmeno l’intera produzione della provincia di Rovigo, riuscirebbe a soddisfare, si avrebbe un bilancio energetico negativo. Infatti, bisogna mettere in conto i costi di trasporto e le emissioni inquinanti che si rilascerebbero in atmosfera per trasportare legname o cereali da altri continenti, i disastri ambientali di disboscamento incontrollato che l’urgenza di biomassa causerebbe nelle regioni più povere del pianeta, lo sconvolgimento paesaggistico che l’incremento di coltivazione di cereali provocherebbe anche in Polesine. “E tutto questo per produrre quanta energia in termini di elettricità e biocarburanti? – si chiede il direttore Toffoli – Meno del 10 per cento del fabbisogno nazionale, secondo vari studi presentati al Forum di Venezia, sempre che la tecnologia sia implementata”. “Tutti gli studiosi sui cambiamenti climatici – conclude Toffoli - sono d’accordo nel dire che le fonti alternative al petrolio dovranno essere un mix di opzioni e, all’interno di queste fonti complementari, certamente l’agricoltura intende fare la sua parte: non può dare la soluzione, ma solo il suo piccolo e importante contributo”
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