Emergenza cibo: promuovere la produzione di commmodities
“Non è escluso quindi che la situazione possa cambiare – ha detto il presidente Vecchioni – ma è ormai chiaro che questo fenomeno non può essere lasciato in balia delle dinamiche di mercato. Occorrono interventi programmati per combattere adeguatamente i cambiamenti climatici e gestire l’equilibrio domanda offerta”.
Confagricoltura non condivide la posizione di chi ritiene che la mancata liberalizzazione degli scambi e il “protezionismo” europeo abbiano influito negativamente sulla congiuntura, svantaggiando i Paesi più poveri. “Bruxelles - ha continuato Vecchioni - ha cambiato la Pac e, con il disaccoppiamento, i pagamenti diretti ora non incidono più sugli scambi. Sono invece i Paesi maggiori produttori e quelli in Via di Sviluppo, come dice il segretario generale dell’Onu Ban k-moon, che influenzano i mercati, limitando le esportazioni con pesanti tasse sull’export, o veri e propri blocchi per aumentare la disponibilità interna”.
C’è dunque ancora bisogno, a parere dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, di una politica agricola comunitaria che, anziché essere smantellata, come vorrebbe qualcuno, va rafforzata e semmai adeguata ai tempi. “E insieme - conclude il presidente Vecchioni - serve una seria politica dell’innovazione e della ricerca, anche tramite gli organismi geneticamente modificati; una strada che l’Italia ha deliberatamente scelto di non percorrere”.