Vino in lattina? No grazie!
“L’arrivo sul nostro mercato del vino in lattina – afferma Marco Calaon, presidente di Coldiretti Padova – mette in pericolo il made in Italy, un’immagine costruita nel tempo con una crescente attenzione alla qualità che ha permesso di conquistare nuovi consumatori e di competere sul piano della qualità. L’operazione commerciale, che non a caso parte dagli scaffali della grande distribuzione, danneggia il vino del territorio, identificato da etichette chiare e dal nome dei produttori, a vantaggio una bevanda dalla confezione discutibile e anonima, che rischia di snaturare la qualità e la tipicità proprie del vino italiano.
Come potrà il consumatore attraverso la lattina apprezzare il colore, il profumo gradevole e tutte le altre caratteristiche del vino? Non è nostra intenzione fare crociate ma vogliamo salvaguardare l’impegno delle imprese, per valorizzare le produzioni, le tipicità e il territorio contro l’offensiva del prodotto indifferenziato, tipico del mercato globale, dove non contano né l’origine e nemmeno l’identità del vino.
Piuttosto che il vino in lattina – aggiunge Calaon – la grande distribuzione dovrebbe impegnarsi nella promozione dei vini “a chilometri zero” del nostro territorio, che vanta ben cinque Doc. Pensiamo, ad esempio, alla Doc Corti Benedettine, che ha scelto di mettere in etichetta le immagini del territorio padovano prese dalle mappe catastali del Settecento. Una bella differenza dall’anonima confezione del vino in lattina”.
“Purtroppo – aggiunge Walter Luchetta, direttore di Coldiretti Padova – la normativa europea non ci aiuta e rischia di andare nella direzione contraria rispetto alle necessità dei produttori. Pensiamo alla discussa pratica dello zuccheraggio, che di fatto permette di chiamare “vino” anche i fermentati di frutta, oppure alle troppe ambiguità dell’etichettattura, a scapito dei notevoli investimenti affrontati dai nostri produttori per garantire l’origine e la rintracciabilità del vino. La diffusione nel nostro mercato del vino in lattina non fa bene al made in Italy”.
A Padova, ricorda Coldiretti, sono coltivati oltre 5.800 ettari di vigneti, con più di 3.000 viticoltori cooperatori, 2.000 produttori privati di uva e quasi 600 vinificatori in proprio. Queste aziende concorrono ad un fatturato di oltre 60 milioni di euro e rivestono un imprescindibile ruolo ambientale.