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Vino: Brunello; nel 2008 è boom made in Italy negli Usa +7%

16/05/2008
Con un aumento nel valore delle vendite del 7 per cento è boom per il vino italiano negli Stati Uniti anche nel 2008 nonostante le difficoltà provocate dal tasso di cambio Euro/Dollaro svantaggioso per le esportazioni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti svolta in occasione dell’avvertimento delle Autorità statunitensi sulla possibilità di blocco agli arrivi di Brunello a partire dal 9 giugno, sulla base dei dati Istat relativi al gennaio 2008.

Negli Usa si beve circa la metà (45 per cento) dei vini rossi Doc/Docg della Toscana destinati all'estero con il Chianti e il Brunello di Montalcino in pole position secondo le elaborazioni Coldiretti su una indagine Nomisma sul posizionamento dei Vqprd (Doc/Docg) italiani nei principali mercati mondiali.

Si evidenzia - precisa la Coldiretti - il costante e crescente successo di vendite del Brunello di Montalcino, indipendentemente dai recenti eventi che hanno riguardato l’indagine giudiziaria relativa ad alcuni produttori. Una situazione confermata dallo stesso Consorzio di Tutela secondo il quale il “sold out” al 30 aprile 2008, è stimato in oltre 4.480.000 bottiglie vendute, rispetto alle 2.510.000 del 2007 con un incremento del 78,5% per numero di pezzi tra mercato interno ed estero.

Con un giro d'affari di oltre 120 milioni di euro, 247 produttori e sette milioni di bottiglie vendute ogni anno per il 62 per cento all’estero, il Brunello di Montalcino è considerato - continua la Coldiretti - un simbolo del vino italiano nel mondo. Il 25 per cento della produzione totale di Brunello e' assorbito dagli Stati Uniti, seguiti dalla Germania (9 per cento), dalla Svizzera (7 per cento), dal Canada (5 per cento), dall'Inghilterra e dal Giappone (3 per cento). Una crescita si registra anche in mercati emergenti come sul fronte asiatico dove Cina, India e Corea hanno raddoppiato la domanda negli ultimi due anni.

Si tratta di un patrimonio da salvaguardare e ci sono - sostiene la Coldiretti - le condizioni per superare l’attuale fase di incertezza con la trasparenza e ridare tranquillità agli operatori e ai consumatori per evitare danni di immagine in un settore che svolge una funzione da traino per l’intero Made in Italy in Italia e all’estero.

La rapidità delle indagine in corso da parte della magistratura è - conclude la Coldiretti - il miglior antidoto per chiudere le porte alla cultura del sospetto su un prodotto che rappresenta un patrimonio di immagine e reputazione del sistema Italia.

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