Cansiglio: Caserma “Bianchin”, un passo alla volta
Vediamo qindi cos’è successo stamattina in Pian Cansiglio, dove non ha potuto essere presente il Prefetto di Belluno, bloccato da un imprevisto all’ultimo momento. Giornata splendida, quindi ideale per valutare lo stato dei fabbricati e l’estensione della base. Si inizia con un piccolo giallo, alle 10: i rapprentanti del demanio, quello civile e militare, giungono con un leggero ritardo, proprio quando l’Amministratore Unico di Veneto Agricoltura Corrado Callegari ed i consiglieri regionali Gianpaolo Bottacin (di Puos d’Alpago, BL) e Gianantonio Da Re (di Fregona, TV), i due centri a nord e sud della splendida faggeta dell’Alpago, già stavano verificando se l’appuntamento non fosse a rischio. L’Amministrazione militare, che ha le chiavi e la responsabilità della base, arriva con due marescialli del 5° Reparto infrastrutture, uno da Padova, l’altro da Bolzano, dove ha sede il comando. Per l’Agenzia per il Demanio civile, agenzia dello Stato, è presente Renato Morbiato, responsabile dei servizi alla P.A. (pubblica amministrazione) della sede di Venezia. La Regione Veneto infine, è rappresentata anche dal Dirigente della direzione Affari Generali, competente per la materia, Gian Luigi Carrucciu. Le forze in campo quindi ci sono tutte.
La passeggiata per il declivio che ospita la base militare, circa 16 ettari con una decina di fabbricati, casette, capannoni e qualche bunker, tutti in stato non propriamente perfetto, serve per scambiare opinioni e verificare che qualcosa non quadra tra le carte dei due uffici dello Stato. Così militari e civili si riservano alla fine di fare le dovute verifiche per dare il via a quel processo che oggi si può dire avviato, come afferma soddisfatto Callegari: la caserma “Bianchin” verrà smilitarizzata, nei tempi che gli uffici dello Stato, militare e civile, decideranno; quindi passerà al demanio regionale, che dovrebbe trasferirla a Veneto Agricoltura.
Questa è la probabile procedura, ma ci sono ancora dei ma. Anzitutto la tempistica, che non risulta chiara, in quanto la burocrazia ha bisogno dei suoi tempi. Poi il passaggio alla Regione, come avverrà? Con un trasferimento del bene, oppure attraverso una concessione a termine (5 anni, 10, 20, magari onerosa…), etc.
I fabbricati sono in uno stato precario, e quindi chi acquisirà il bene erediterà anche i costi di ristrutturazione e gestione dell’area e quanto contiene, che non sembrano insignificanti. Tutte domande che necessitano di una risposta, ma che sembrano già godere, da parte di tutti, della indispensabile buona volontà.
Il C.Ufficio Stampa
Mimmo Vita