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Il Palazzo del Vino

03/06/2008
Le DOC vicentine mettono su casa assieme. I vini a Denominazione di Origine Controllata della provincia di Vicenza si riuniscono in un inedito ed ampio progetto comune: il Palazzo del Vino. Torcolato e Spumante, Cabernet Savardo e Vespaiolo, Durello e Tai Rosso, Garganego e Nero: ci sono tutti. Colli Berici, Breganze, Gambellara, Arcole, Lessini Durello e Vicenza DOC fanno sistema e scelgono il cinquecentesco Palazzo Pisani di Lonigo per dare il via ad un'esperienza collettiva, un organismo unitario che consenta nel tempo un coordinamento comune, a livello provinciale, sia progettuale che promozionale, che enogastronomico-turistico ed istituzionale.

La sfida di Palazzo del Vino e' unire le esperienze, preminenze e tipicita' dei consorzi DOC e delle associazioni vitivinicole vicentine, per fare squadra su scala locale, nazionale e internazionale. "La provincia di Vicenza ha una particolarita' che la rende davvero unica: presenta l'eccellenza in tutte le tipologie di vino", osserva il coordinatore del progetto, Fabio Piccoli. "L'idea di base è quella di sfruttare le sinergie e fare sistema. Palazzo del Vino nasce come una casa comune, anzitutto fisica, nella rinascimentale residenza voluta dai Pisani, struttura autorevole dal punto di vista dell'immagine. Vuole essere una vera casa, in cui le DOC vicentine possano realmente lavorare assieme". Non solo per quanto riguarda comunicazione e promozione, ma anche per l'attivita' tecnica dei Consorzi di Tutela, che puo' essere ulteriormente valorizzata attraverso il progetto.

"Si vuole trovare una precisa strategia di sviluppo per ogni denominazione", prosegue Piccoli, "ma il progetto ha molte sfaccettature, il Palazzo sara' anche punto di partenza per una serie di attivita' formative, con una piccola enoteca e con uno sportello che, fungendo da punto informativo, illustra le proposte enogastronomiche e rurali delle diverse zone del territorio berico".

La maestosa residenza cinquecentesca - innalzata dalla nobile famiglia veneziana dei Pisani nel 1564 come porta del borgo leoniceno, feudo amministrato per conto della Serenissima - diventa cosi' sede di rappresentanza del Co. Vi. Vi., Consorzio Vini Vicentini, associazione che raccoglie le denominazioni Vicenza, Colli Berici, Breganze, Gambellara, piu' altre due DOC in "condominio" con la vicina provincia di Verona: Lessini Durello ed Arcole, oltre agli organismi della Strada del Vino Arcole e della Strada dei Vini dei Colli Berici.

La citta' di Lonigo e' stata scelta come sede, fra tutte quelle della provincia, perche' per la propria posizione geografica puo' configurarsi come baricentro fra le Denominazioni d’Origine Controllata vicentine. Tra gli appuntamenti del 2008 da non perdere, il cui coordinamento e' allo studio a Palazzo del Vino, si ricordano tra gli altri la Rassegna Enologica dei Colli Berici, la Rassegna BCM – Bordolesi Cabernet Merlot di ottobre e infine DolceVi, manifestazioni che chiamano a raccolta presso Villa Da Porto-Zordan "La Favorita", a Sarego, tutti i vini d’Italia.

Nel frattempo a Lonigo, a Palazzo Pisani, le porte restano aperte; il progetto potra' infatti essere ulteriormente allargato anche agli altri viticultori vicentini che ancora non ne fanno parte, e ancor piu' ai produttori di alimenti tipici vicentini che intendessero entrare nella squadra. "Palazzo del Vino viene visto come uno strumento a disposizione di tutti per la promozione dei prodotti del territorio", conclude infatti il coordinatore Fabio Piccoli. "In relazione a quel turismo enogastronomico per il quale il territorio vicentino puo' giustamente essere annoverato fra le mete piu' apprezzate, il progetto e' aperto non solo a tutte le diverse entita' del mondo vitivinicolo vicentino, ma anche a tutti gli altri consorzi ed organismi di prodotti tipici berici".

Come vivere? Allora questa domanda ce la dobbiamo porre non soltanto alla fine di un millennio, di un secolo, di un anno, ma tutti i giorni, e tutti i giorni svegliandoci, si dovrebbe dire: oggi che cosa ci aspetta? Allora io considero che si dovrebbero fare le cose bene, perche' non c'e' maggiore soddisfazione di un lavoro ben fatto. (Mario Rigoni Stern)

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