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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Chi si mangia la mia paga

05/06/2008
578 € in pensioni, 291 € per servizi generali, 224 € nella sanità su 2.400 € di costo aziendale del lavoratore: queste sono solo alcune delle voci della spesa pubblica rapportate allo stipendio del lavoratore italiano. È dall’analisi di questi dati che parte la nuova campagna di comunicazione “Chi si mangia la mia paga” promossa da Unindustria Venezia per continuare a mantenere alta l’attenzione sul problema/allarme del ridotto potere d’acquisto dei salari. “Siamo partiti dai numeri per lanciare un messaggio forte e chiaro – spiega Massimo Codato, Vicepresidente di Unindustria Venezia e Presidente delle PMI –. La nostra rielaborazione permette di capire e soprattutto far capire ai cittadini quanto la mole delle tasse in Italia pesi su tutti: privati, aziende e dipendenti. Chiedere di ridurre la tassazione significa in primis aumentare il potere d’acquisto di ogni singolo lavoratore. E a beneficiarne siamo convinti saranno la stessa economia, le famiglie e le imprese”.

La prima campagna di comunicazione ha lanciato il tema ad un primo livello: “Siamo davvero in Europa?”. Ora, i manifesti della nuova campagna affissi sugli autobus di Venezia per tutto il mese di giugno, informeranno i cittadini sul peso delle imposte dirette e indirette nella propria busta paga.

Una visualizzazione molto chiara e di impatto: una baguette affettata rappresenta il costo aziendale mensile di 2.400 € di uno stipendio tipo, sminuzzato in tante piccole parti fino a ridurre la fetta “mangiabile” a soli 796 €. Su un netto in busta paga che ammonta, infatti, a 1.298 € si devono togliere tasse e accise che gravano sui servizi primari come IVA, bollo auto, Ici, benzina, pratiche amministrative, etc. e al lavoratore rimangano soli 796 € netti spendibili. Ciò significa che solamente un terzo dello stipendio torna in circolo per l’economia, mentre la parte restante, calcolabile in 1.604 €, è trattenuta dallo Stato. Secondo una rielaborazione di Unindustria Venezia di dati Istat 2006, infatti, ben 578 € sono assorbiti dalle pensioni, i servizi pubblici generali e il debito pubblico gravano per un totale di 281 €, seguono: sanità (224 €), affari economici (202 €), istruzione (141 €), ordine pubblico (62 €), difesa (46 €), abitazioni e assetto territoriale (27 €), attività culturali ricreative e di culto (27 €) e protezione ambientale (16€).

“Iniziative che si avvalgono di un linguaggio semplice ed immediato, dal grande impatto visivo, ma soprattutto con una serie di informazioni precise come quelle promosse da Unindustria Venezia – sottolinea Italo Turdò, Direttore di Unindustria Venezia – sono importanti per avviare nuove prospettive. Fino ad oggi, infatti, si è sempre puntato il dito sulla contrapposizione fra imprenditori e lavoratori. Se invece vogliamo guardare al futuro con ottimismo è arrivato il momento di iniziare a dialogare maggiormente. E le istanze comuni ci sono”.

“Siamo consapevoli – afferma Fabrizio Bettiol, Vicepresidente di Unindustria Venezia - che esiste una difficoltà strutturale di fondo, ovvero quella di una domanda interna ed una capacità di spesa bassa. Inoltre il prelievo fiscale sul reddito del lavoratore non si trasforma in servizi che innescano un circolo virtuoso per far crescere l’economia”.

“Unindustria Venezia dà seguito all’interessante iniziativa di trasparenza relativa alle retribuzioni – commenta Giuseppe Morandini, Presidente della Piccola Industria di Confindustria – offrendo un ulteriore dettaglio sugli oneri che sono contenuti nelle buste paga dei nostri lavoratori e che condizionano pesantemente il salario netto. Tra IVA e altri contributi vari, infatti, il netto è di soli 796 euro. Ritengo – conclude Morandini – particolarmente utile aver chiarito la destinazione dei 1.600 euro che ritornano in 30 giorni nelle casse dello Stato, affinché ognuno possa trarre le proprie valutazioni in merito al rapporto tra tasse pagate e servizi ricevuti”.

Federica Zanata

Unindustria Venezia - Ufficio Stampa

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