Agroalimentare veneto: rapporto 2007 su congiuntura settore
Era presente all’incontro, alla sua prima uscita ufficiale, Franco Manzato neo VicePresidente della Regione Veneto e Assessore all’Agricoltura, che ha voluto sottolineare la necessità di creare strategie comuni tra la Regione e i suoi enti strumentali, anzitutto l’Avepa, per aumentare l’efficienza regionale nella sua complessità. Manzato ha voluto soffermarsi sull’importanza che tra la Regione e gli imprenditori agricoli si crei un rapporto di collaborazione utile a far crescere l’intero comparto agroalimentare; e i primi siano al servizio dei secondi. Il neo Assessore ha inoltre dichiarato di voler rivedere la funzione degli Ispettori agrari e di rendere più efficiente l’AVEPA, tutto per far crescere il mondo agricolo veneto e portarlo all’avanguardia a livello internazionale.
Al termine dell’incontro si è tenuta una tavola rotonda sui “Cereali e Agroenergie” alla quale hanno partecipato Vasco Boatto dell’Università di Padova, Mauro Fanin della Cereal Docks S.P.A., Giorgio Piazza Presidente Regionale Coldiretti, Guidalberto Di Canossa Pres. di Confagricoltura Veneto e Alessandro Ghiro Pres. della CIA Veneto. Si è discusso della grave dipendenza del nostro paese e del Veneto nei confronti dei paesi produttori di combustibili fossili e la possibilità di ridurla, anche se percentualmente in modo minimale, attraverso un giusto mix di energie provenienti dal mondo agricolo. Comunque i problemi sono molti, non ultimi quelli della introduzione degli OGM, la trasformazione delle colture in biodiesel, rispettare il protocollo di Kioto, il biogas e le implicazioni con la direttiva nitrati, etc. Tutti concordi nel promuovere le bioenergie da biomassa forestale o scarti agricoli.
E’ stato poi presentato il Rapporto, attraverso le relazioni di Andrea Povellato dell’INEA che ha collaborato con Veneto Agricoltura per la sua stesura, e Antonio De Zanche, ricercatore dell’Azienda regionale.
Di seguito diamo uno spaccato della situazione, settore per settore.
- Import-export: note positive giungono anche dagli scambi commerciali che hanno visto un significativo aumento delle esportazioni (+3,2%) e un leggero calo delle importazioni. Il saldo è comunque negativo, ma in riduzione del 12,3%.
- La produzione: quella lorda dell’agricoltura veneta si è attestata sui 4.775 milioni di euro, con un aumento vicino al 10% rispetto all’anno precedente. L’aumento dei prezzi di quanto serve per ottenere la produzione, i cosiddetti consumi intermedi, non ha penalizzato il valore aggiunto dell’attività agricola che è comunque cresciuto del 10,7%, portandosi a 2.379 milioni di euro.
- Prezzi: altri elementi caratterizzanti l’annata sono stati il generale aumento dei prezzi pagati agli agricoltori specie per le commodities, eroso comunque parzialmente dai costi, pagati dagli stessi, per l’acquisto dei mezzi tecnici, prioritariamente dall’aumento del petrolio.
- Calano imprese agricole e occupazione: il numero di imprese agricole venete iscritte alle Camere di Commercio, scende a quota 84.886 (-4,2% rispetto al 2006), così pure in diminuzione (-6%) pari a 73.566 l’occupazione agricola.
- Agroalimentare: le industrie alimentari venete, che nel 2007 erano 7.188 (+2,3%), hanno conseguito dei risultati economici soddisfacenti considerando che il fatturato è salito in media del 3,5%; andamento positivo da attribuirsi all’aumento dei prezzi di vendita e allo sviluppo della domanda, in particolare di quella estera.
- Bilancia agroalimentare: nel 2006 il Veneto ha esportato prodotti agroalimentari per 3.093 milioni di euro e ne ha importati per un valore pari a 4.287 milioni di euro. L’andamento regionale delle esportazioni agroalimentari mostra un incremento del 3,2% su base annua, a fronte di una diminuzione delle importazioni dell’1,7%. Il principale mercato di riferimento del sistema agroalimentare veneto è risultato essere quello comunitario, che detiene l’80% delle importazioni e oltre il 70% delle esportazioni complessive in termini di valore.
Relativamente alle singole produzioni si può affermare che il mais, ancora la principale coltura, ha dato parecchie soddisfazioni ai produttori grazie all’aumentata resa/ettaro e agli elevati prezzi. Curiosa, la ripresa della bieticoltura, data per “spacciata” lo scorso anno. Oscar dell’anno ancora una volta al vino veneto che, in controtendenza al nazionale, ha migliorato quantità, rese e export. Male il radicchio. Bene patata, mele e pesche. Latte: buoni i prezzi di fine anno, ma le cose stanno già cambiando e le multe sono dietro l’angolo, vedremo. Per la suinicoltura, la dice tutta lo “sciopero del prosciutto” in atto da parte dei produttori. Così pure sono sul piede di guerra i pescatori a causa del caro gasolio.
Il C.Ufficio Stampa
Mimmo Vita
Fonte: elaborazioni Veneto Agricoltura su dati ISTAT (2008)
Colture erbacee
La superficie a mais è rimasta sostanzialmente costante con 309.000 ettari con Padova e Rovigo province leader. La resa media ha raggiunto le 9,2 tonnellate/ha (+17% su 2006), la produzione totale ha superato i 2,8 milioni di tonnellate. La congiuntura internazionale con l’aumento della domanda anche per usi industriali ed energetici ha determinato alte quotazioni con punte superiori ai 230 euro/tonnellata nel mese di settembre. Quotazioni in rialzo medio annuo del 40% sul 2006.
In espansione il frumento tenero, la cui superficie ha raggiunto i 77.500 ettari (+24%) e la cui produzione, pari a 481.000 tonnellate è aumentata del 12%. Positivi anche i risultati commerciali di questa coltura poiché i prezzi medi su base annua sono risultati in aumento del 44% con quotazione medie annue di circa 212 euro/tonnellata.
Nonostante la nuova OCM (Organizzazione Comune di Mercato), che nel 2006 aveva drasticamente ridimensionato il comparto bieticolo-saccarifero nazionale, il 2007 ha registrato un sensibile incremento di superficie investita a barbabietola da zucchero salita a 19.100 ha (+30% sul 2006). Questa coltura si conferma interessante per gli agricoltori con stime di produzione lorda di circa 2.300 euro/ha.
La soia ha contratto la superficie coltivata a quasi 71.000 ha (-11%). Produzione in calo del 7,5% e pari a 246.000 tonnellate. Positivi i prezzi pagati agli agricoltori in rialzo medio annuo (+36%).
Colture orticole
La superficie regionale destinata a orticole ha registrato una flessione (-6%) rispetto al 2006 scendendo a circa 30.900 ettari.
Nel 2007 gli investimenti a radicchio sono scesi a circa 9.600 ettari (-6%) con una produzione complessiva di poco superiore a 129.000 tonnellate. Difficoltà anche dal punto di vista commerciale, soprattutto per il radicchio rosso di Treviso con quotazioni anche del 49% inferiori all’anno precedente.
La superficie coltivata a patata è leggermente salita a 3.700 ettari (+1,7%) con una produzione di 148.000 tonnellate (+17%) e prezzi in decisa ripresa (+23%).
Di segno negativo i dati relativi alla lattuga; la superficie pari a 1.700 ettari ha subito una contrazione del 5%, la produzione è scesa a 41.000 tonnellate (-4%). I prezzi sono aumentati (+23%). Flessione produttiva anche per la fragola (15.500 tonnellate, -2,4%) su una superficie di circa 720 ettari.
Colture florovivaistiche
La superficie regionale investita a florovivaismo ha superato i 2.700 ettari (+4%), principalmente localizzati in provincia di Padova (39%). Il 76% viene coltivato in piena aria, il rimanente 24% in serra. La produzione è in leggera diminuzione (-2%) ed è costituita principalmente da materiale vivaistico (82%) e in misura minore da piante finite (14%) vendute direttamente al consumatore finale, e da materiale di partenza (4%)
Colture frutticole
In diminuzione la superficie coltivata a melo che si è attestata sui 6.300 ettari (-9%), con un sensibile calo in provincia di Padova. La produzione è pure calata a 229.000 tonnellate (-7,5%). I prezzi hanno mostrato un rialzo medio annuo del 29%. Verona si conferma la provincia leader a livello regionale.
Continua il ridimensionamento delle superfici coltivate a pero, in leggero calo con circa 4.000 ettari investiti. La produzione si è attestata a 97.000 tonnellate. Quotazioni stabili su 0,72 euro/kg.
Superfici in aumento assestate intorno ai 5.100 ettari per pesche e nettarine. Cresce anche la produzione (+7%) pari ora a 93.400 tonnellate. Prezzi in diminuzione (-7,2%).
Vite
Da considerare soddisfacente la vendemmia 2007, sia dal punto di vista quantitativo, con un aumento produttivo di poco superiore al 7% sia dal punto di vista qualitativo, dato che le uve raccolte sono risultate sane, con un elevato grado zuccherino e un buon contenuto di sostanze coloranti e aromatiche. Dai circa 71.000 ettari di vigneto e stato raccolto poco più di 1 milione di tonnellate di uva. Prodotti 7,8 milioni di ettolitri il vino, di cui 4 milioni di bianchi e 3,8 milioni di rossi e rosati. Il vino veneto si presenta in gran parte come un prodotto di qualità, dato che per il 30% è marchiato DOC-DOCG e per il 60% è IGT. Ottimo il dato dell’export cui il Veneto contribuisce con il 28,4% sul nazionale. In crescita i prezzi all’origine con quotazioni medie annue di 96,67 euro€/q (+9,3%) per i bianchi DOC e 62,03 euro/q (+4,6%) per i rossi DOC.
Zootecnia da latte
La produzione di latte è stata pari a 10,2 milioni di tonnellate (ISTAT), per un valore ai prezzi di mercato stimato in circa 366 milioni di euro, leggermente superiore rispetto al 2006. Nonostante il calo degli allevamenti, scesi a 4.600 unità (-6%) (AGEA), gli operatori veneti continuano a superare la quota latte complessiva assegnata. L’esubero, seppure in calo del 13%, è pari a 1,3 milioni di quintali, per un prelievo provvisorio non compensato (la multa) quantificato in circa 37 milioni di euro. Il latte è stato pagato mediamente dalle cooperative lattiero-casearie venete 41 euro/q IVA e premio qualità compresa. Piccole realtà di montagna hanno liquidato valori intorno a 45-50 euro/q.
La maggior parte del latte prodotto in Veneto è destinato alla trasformazione casearia (oltre il 75%), con una netta prevalenza per i formaggi tutelati (circa il 40%). Tra questi il Grana Padano con circa il 14% della produzione nazionale che è risultata di 4,35 milioni di forme.
Il formaggio Asiago si è attestata su 1,39 milioni di forme commercializzate per il Pressato (-4%) e 307.000 forme per l’Allevo (+2,4%). La produzione di Montasio nel 2006 ha raggiunto le 968.000 forme (-2,2%). In Veneto se ne producono 328.000 forme (34%).
La produzione del Piave è salita del 23,5% raggiungendo le 350.000 forme, mentre la produzione di Casatella (ora DOP) si aggira sui 12.500 quintali.
Zootecnia da carne
La produzione veneta di bovini da carne nel 2007 è stimata in poco più di 207.000 tonnellate, in aumento del 2,9% sul 2006. Il fatturato del comparto è stimato in 469 milioni di euro. In calo il costo dei ristalli, ma anche il prezzo degli animali da macello. Notevole l’aumento dei costi di produzione.
La quantità di carne suina commercializzata in Veneto nel 2007 è stata pari a 133.000 tonnellate (+3%), consentendo al comparto suinicolo regionale di fatturare circa 157 milioni di euro. In caduta i prezzi rispetto al 2006 (-8,5%) con una quotazione media annua pari 1,14 euro /kg.
Il comparto avicolo è riuscito a recuperare la crisi a seguito della vicenda dell’influenza aviaria. La produzione è aumentata del 17% rispetto al 2006, toccando le 419.00 tonnellate per un valore di 618 milioni di euro.
La produzione regionale di uova è risultata pari a quasi 2 miliardi di unità, con un buon livello delle quotazioni sui mercati all’ingrosso (+12,5%) e un fatturato stimato in circa 152 milioni di euro.
Pesca
Nel 2007 si è registrato un aumento delle aziende attive nella pesca e acquacoltura (+6%) rispetto all’anno precedente, con un forte incremento di quelle dedite all’acquacoltura (+41,3%) a scapito delle imprese dedicate alla pesca professionale. I pescherecci sono infatti diminuiti di oltre il 5%, raggiungendo quota 773 unità. Le oltre 36 mila tonnellate di prodotti transitati per i 6 mercati ittici regionali hanno generato un fatturato che supera i 126 milioni di euro, cui si deve aggiungere la produzione da allevamento per un valore aggiunto complessivo del settore pari a 142 milioni di euro, in aumento in termini reali del 4%. Il saldo negativo della bilancia commerciale ittica è cresciuto dell’8,8%, attestandosi sui 168 milioni di euro.
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