La fotografia dell’immigrazione straniera in Veneto
10/06/2008
È da poco uscito il quinto Rapporto sull’immigrazione straniera in Veneto, realizzato dall’assessorato alle politiche dei flussi migratori e curato dall’Osservatorio Regionale sull’Immigrazione. L’indagine mette in luce le dinamiche, le caratteristiche e le dimensioni dei flussi migratori verso il Veneto e la loro evoluzione nel territorio e nel tempo. Il Veneto ha assistito nel quinquennio 2001–2006 ad un raddoppio del numero degli stranieri presenti arrivando a quota 350 mila. Sul totale dei residenti in Veneto gli stranieri sono il 7,3% della popolazione ed è previsto che nei prossimi anni la loro presenza aumenti sia a causa di nuove ondate migratorie, sia in ragione del ricongiungimento familiare e delle nuove nascite, doppie rispetto a quelle degli italiani. Le situazioni irregolari sono stimate in 60–65 mila, pari ad un quinto degli stranieri regolarmente residenti e in possesso di permesso di soggiorno. La maggior parte degli stranieri iscritti all’anagrafe proviene dall’Est Europeo (47%), principalmente di nazionalità albanese (10%), romena (14%) e serbo–montenegrina. Significativo anche il numero dei marocchini (13%) e dei cinesi, quinti nella classifica delle presenze nel territorio. Gli uomini hanno un’età media che varia dai 30 ai 40 anni, mentre le donne hanno un’età media più bassa (25–34 anni). Negli ultimi anni la migrazione femminile per motivi di lavoro ha subito un incremento, soprattutto dall’Est dell’Europa, per svolgere lavori come collaboratrice domestica e assistente familiare. Gli uomini sono, invece, nella maggioranza dei casi lavoratori dipendenti impiegati nei settori dell’industria, delle costruzioni e dei servizi con le mansioni di operai specializzati e conduttori di impianti. Se nel 1998 su 100 nuovi assunti 8 erano stranieri, nel 2007 su 100 nuove assunzioni 25 sono state quelle di immigrati. Delle 40 mila aziende venete il 40% ha messo sotto contratto lavoratori stranieri ed il 15% ha assunto solo immigrati. In generale, i settori che più hanno dato spazio ai lavoratori stranieri nel 2006 e nel 2007 sono le aziende delle costruzioni, della moda e dell’agricoltura. In termini percentuali il settore dei servizi, il commercio e l’alberghiero hanno avuto un vero e proprio boom triplicando il numero dei nuovi contratti. Un settore di forte disagio per gli immigrati è quello abitativo, per questo molti immigrati hanno optato per l’acquisto della casa, soprattutto nelle periferie cittadine. L’indice di integrazione nel territorio è dato anche dall’incremento dei tassi di scolarizzazione: nel Veneto gli alunni stranieri sono passati dai 10 mila del 1998 ai 67 mila di dicembre 2007. I giovani immigrati scelgono prevalentemente scuole che permettano loro di imparare un mestiere: sono molto gettonati gli istituti professionali e tecnici; mentre i coetanei italiani prediligono di più i licei.
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