13° indagine congiunturale Confartigianato del Veneto
L’indagine fotografa lo stato di salute delle piccole aziende, artigiane e non, in base a circa 1.000 interviste telefoniche (sistema CATI) realizzate da AES ad imprese con meno di 20 addetti. Per il primo semestre, appunto, le valutazioni delle aziende sono state tutte in terreno negativo.
Per l’occupazione, secondo l’indagine Confartigianato, il calo nelle piccole imprese è stato dell’ 1%: particolarmente pesante la retromarcia nell’ edilizia (- 1,6%) e nella produzione ( -1,1%), mentre gli occupati sono cresciuti nei servizi alle imprese ( + 1,7%) e sono rimasti quasi statici nei servizi alle persone più 0,4%.
Abbastanza omogeneo, invece, il calo della domanda e della produzione: - 1,2% la produzione, -1,5% l’edilizia, -1,3% i sevizi alle imprese e – 1,9% quelli alle persone. La diminuzione media è stata dell’ 1,4%.
Di ben 2 punti percentuali è calata la propensione agli investimenti: flessione massima ( -6,8%) nei servizi alle persone, minima ( -0,8%) nell’edilizia.
In forte crescita, invece, i prezzi di produzione (materie prime, energia, servizi) : secondo il campione di imprese, il primo semestre ha registrato un incremento medio di 6,6 punti: in testa il comparto produttivo (più 7,8%), seguito dall’edilizia (più 6,8%) e dai servizi alle persone (più 6,1%). I servizi alle imprese hanno registrato aumenti un po’ più contenuti +4,6%. “E’ un consuntivo senza luci –commenta il presidente della Confartigianato del Veneto, Claudio Miotto- La ricerca conferma il trend negativo in atto, che risultava già da altri dati, ad esempio quelli sul numero di imprese. In particolare, sono negativi i dati riguardanti il settore produttivo e l’edilizia, per quanto riguarda fatturati, produzione e investimenti. Nella seconda parte dell’ anno, però, ci dovrebbe essere un miglioramento, anche se non omogeneo per tutti i settori”.
A fine anno produzione e domanda dovrebbero crescere, stando alle ditte individuali e alle piccole imprese, dell’ 1,3%, i fatturati e gli ordini delle imprese di produzione dello 0,9%. Indicatori positivi anche per gli investimenti: più 3,4%. Purtroppo, continuerà anche la corsa dei prezzi: si prevede un incremento di 4,9 punti, che cresceranno a 5,5 per il settore produttivo.
“Un atteggiamento positivo –conclude Miotto- che auspichiamo venga sostenuto dalla manovra economica del Governo. Essa va infatti nella direzione da noi auspicata per quanto riguarda la riduzione di spesa pubblica, l’attenzione alle micro e piccole imprese, le misure di semplificazione e deregolazione. Tuttavia ritengo serva uno sforzo aggiuntivo per un’apprezzabile diminuzione della pressione fiscale giunta oggettivamente a livelli insostenibili. A tal proposito, riteniamo che il federalismo fiscale potrebbe essere l’occasione per aprire la strada alla riduzione strutturale della pressione tributaria”.
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