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Verso la riqualificazione del Fratta Gorzone

07/07/2008
Riqualificare il Fratta Gorzone si può. Ne è convinto il presidente del Consorzio di Bonifica di secondo grado “Lessinio Euganeo Berico” Antonio Nani, alla luce di quanto emerge dalle linee guida redatte da una èquipe di esperti e presentate dal professor Erich Trevisiol, della Facoltà di Architettura e Pianificazione Iuav di Venezia: “Abbiamo pensato a un percorso di riqualificazione ad ampio spettro, che è possibile ma che richiederà considerevoli investimenti e anni di lavoro”.

Il Fratta Gorzone, lungo 94 chilometri circa, ricade nel bacino Bacchiglione Brenta, con un’estensione di 80 ettari, e tocca le province di Vicenza, Verona, Padova, Venezia e Rovigo (144 comuni in totale). Si tratta di un fiume di grande importanza per il territorio, che per molti anni è stato dimenticato e abbandonato a se stesso. La conseguenza di questo disinteresse è stato un grave inquinamento, soprattutto dei sedimenti, e l’aumento del rischio idraulico. Ma ora i tempi sono cambiati e ci sono le energie e la volontà necessarie per risistemare la situazione. Da qui la decisione di impostare delle “linee guida”, uno strumento utile e snello con il quale presentarsi in Regione Veneto e aprire il dialogo con chi dovrà essere protagonista del “nuovo corso”. Sono tre le aree di intervento previste: la prima è relativa alla sistemazione dei sedimenti, la seconda alla sicurezza idraulica e la terza al miglioramento della qualità ecologica. «Fondante è l’idea di un corridoio verde ecologico-turistico-ricreativo – spiega Trevisol -, composto da snodi di importanza ambientale, turistica, enogastronomica e storico-artistica. Da qui si potrebbero poi prevedere percorsi di fruizione a pieni, a cavallo, in canoa. Tutto questo perché vogliamo dare una risposta non solo al problema dell’inquinamento, ma anche alla rivitalizzazione del territorio».

Il presidente Nani commenta in modo entusiastico la presentazione delle linee guida, che rappresentano la concretizzazione di due anni di lavoro e analisi. «Siamo alla fase iniziale di un progetto molto grande ma fattibile. Ora dobbiamo metterci al lavoro, senza farsi scoraggiare dal fatto che si tratta di un’opera maestosa. Anzi, questo dovrebbe motivarci di più».

A fine anno, tra novembre e dicembre, sarà indetto un convegno con tutti i protagonisti, per ottenere un coinvolgimento globale. E considerata la mole anche economica dell’intervento (non è possibile quantificarne i costi dato che si tratta di una prima stesura), il lavoro in sinergia sarà indispensabile. La Regione, con l’ingegnere Fabio Strazzabosco (direzione Geologia e Ciclo dell'Acqua della Regione del Veneto) garantisce l’interesse verso questo progetto, sul quale è disposta a investire. Si dicono soddisfatti e coinvolti anche il direttore di Coldiretti Vicenza Roberto Rampazzo, il sindaco di Arzignano e Presidente della AATO Chiampo Stefano Fracasso, l’assessore all’Ambiente della Provincia di Verona Luca Coletto.

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