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Tariffe pubbliche: aumenti record

14/07/2008
Mentre i costi dei principali servizi pubblici sono cresciuti con percentuali attorno al 40 % - contro un tasso di inflazione del 21,2 % - le retribuzioni dei lavoratori dipendenti hanno registrato un incremento del 22,3 %. E’ questo il freddo, ma reale e concreto, resoconto su alcune delle ragioni dello sconforto che attanaglia i contribuenti italiani. Ad evidenziarlo è l’Ufficio Studi della CGIA di Mestre che ha realizzato un’indagine sugli aumenti delle principali tariffe dei servizi pubblici dal 2000 al maggio 2008.

La conclusione non lascia spazio ad alcun dubbio: il costo della vita aumenta mentre gli stipendi non seguono la stessa rotta.

E il dato più significativo sull’incremento dei costi dei servizi giunge dalle voci che pesano maggiormente sul bilancio familiare: si parte, così, con il 42, 2 % di aumento rilevato dai rifiuti urbani, per passare al 37, 7% di acqua potabile e gas; ma non va meglio alle famiglie italiane neppure quando si parla di elettricità. Nel periodo di tempo considerato dagli esperti dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, emerge che i costi delle bollette della luce sono lievitati del 35, 4 %.

Se poi si esce dall’ambito domestico e si va “sulla strada”, anche in questo caso la storia è sempre la stessa. Le tariffe dei pedaggi autostradali sono aumentate del 27, 8 % e quelle relative ai trasporti urbani del 26, 7 %. Su rotaia, invece, dal 2000 al 2008 gli incrementi registrati sono pari al 24, 1 %. Come dire: se a casa è meglio vivere con morigeratezza per evitare gli sprechi, sarebbe opportuno fare lo stesso con gli spostamenti.

L’idea potrebbe essere quella di viaggiare con la fantasia e scegliere di fare una telefonata ad un amico anziché andarlo a trovare con la propria auto. Perché è proprio la voce telefonia l’unica ad aver fatto rilevare un decremento dal 2000 al 2008. Le tariffe, infatti, sono scese dell’11, 4 % dal 2000 ad oggi.

Mentre sulla scia degli aumenti registrati della maggior parte dei servizi pubblici stanno il canone Rai (+ 16, 4 %) e i servizi postali (+ 16, 1 %).

Una fitta trama di aumenti che secondo Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre “vanno letti con una duplice chiave di lettura. In primo luogo questi aumenti si traducono in costi diretti che il consumatore è costretto a subire. Ma in secondo luogo non possiamo dimenticare che tutte le imprese soggette alle variazioni dei prezzi dei servizi, come i commercianti o gli artigiani, fanno ricadere questi costi sul consumatore finale facendo aumentare il prezzo dei prodotti o dei servizi offerti”.

Insomma, poveri cittadini: sia come utenti che come consumatori appaiono praticamente sempre in perdita.

C’è però una speranza che la situazione possa migliorare, o almeno non peggiorare.

“Il disegno di legge legato alla manovra estiva in tema di servizi pubblici locali – conclude Giuseppe Bortolussi - prevede dal giugno 2009 un divieto per le società che hanno acquisito gestioni senza gara di averne altre oltre alla principale. Ciò si tradurrà in un vantaggio per gli utenti che vedranno società sempre più motivate a vincere e, chiaramente, vincerà chi proporrà tariffe e servizi migliori”.

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA Mestre su dati ISTAT

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