Corridoi venatori
"Siamo particolarmente soddisfatti dell'esito di questa vicenda" dichiarano il presidente di Confagricoltura Veneto, Guidalberto di Canossa e dell'EPS Sezione veneta, Fabio Fioroni "in quanto siamo sempre stati convinti che applicare i corridoi alle aziende faunistico-venatorie già attive siginifica mettere in grave difficoltà delle realtà spesso benemerite nella tutela del territorio e della fauna, abbandonando ad un'attività venatoria indiscriminata, come quanto avvenuto in provincia di Treviso ha ampiamente dimostrato, territori ricchi di selvaggina e di rilevante interesse ambientale".
"All'enorme danno faunistico" aggiunge di Canossa "si sono poi sommati i guasti ingenti arrecati alle strutture ed alle produzioni agricole, in particolare frutteti, vigneti e impianti irrigui".
"Se si passa, poi, al piano giuridico" continuano di Canossa e Fioroni "appare insostenibile riconoscere efficacia retroattiva ad una norma, quella appunto sui "corridoi", nonostante fosse più sfavorevole per i destinatari. Il principio generale di irretroattività delle norme giuridiche, infatti, è codificato nel nostro ordinamento dall'art. 11 delle Disposizioni sulla legge in generale".
"In conclusione" affermano i presidenti di Confagricoltura Veneto e dell'EPS Sezione veneta "nel ringraziare il presidente della Regione Galan, il presidente della IV Commissione consiliare Ruffato e tutti coloro che hanno sostenuto la nostra battaglia, teniamo a ribadire che la scelta operata dal Consiglio di Stato fa giustizia di un orientamento che metteva in discussione la gestione privata della caccia e la possibilità per gli agricoltori di percepire un reddito integrativo, scoraggiando la permanenza dell’attività agricola nelle aree svantaggiate del Veneto".